«La Procura tiene Papa in carcere senza motivo»
Cosìè apparso agli occhi dei parlamentari che ieri lo hanno incontrato nel carcere di Poggioreale: il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, il vice presidente del senatori Pdl, Gaetano Quagliariello, e il deputato Amedeo Laboccetta. Per Cicchitto la carcerazione di Papa rappresenta una «forzatura del diritto». «Non ci sono le ragioni – afferma il capogruppo Pdl – per cui si tiene in carcere una persona, il pericolo di fuga, la possibilità di reiterare il reato e manipolare le prove. In più è alla vigilia del processo (che comincerà il 26 ottobre, ndr)». Cicchitto, oltre a porre l'accento sulle condizioni di salute del collega, polemizza anche con il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore che nei giorni scorsi in una dichiarazione aveva sottolineato come fosse stato il Parlamento a decidere sulla custodia in carcere di Papa. «Voglio smentire una battuta del procuratore Lepore – dice – perché non è che il Parlamento abbia deciso autonomamente di far incarcerare l'onorevole Papa. Una maggioranza del Parlamento da noi fortemente contestata ha deciso di accettare una richiesta della Procura. Lepore non può liberarsi delle sue responsabilita». Immediata la replica di Lepore: «Mi dispiace per l'onorevole Cicchitto, ma valutare le condizioni in base alle quale un indagato deve rimanere in carcere spetta ai magistrati e non agli amici parlamentari». Nel corso della conferenza stampa i parlamentari hanno sottolineato che Papa «non ha avuto alcun rapporto in questo periodo con gli inquirenti, c'è totale incomunicabilità con chi lo ha messo in carcere». Quagliariello ha detto inoltre che Alfonso Papa ha chiesto al presidente della Camera, Gianfranco Fini, di «concedergli quella attività indiretta che si può espletare anche senza la presenza fisica, ma non ha avuto risposta». «Sia data a Papa la possibilità di partecipare al processo in stato di libertà», ha aggiunto. Una affermazione alla quale ha replicato con una nota il presidente della Camera. «L'onorevole Papa, anche dopo che la Camera ne ha autorizzato l'arresto, - ha scritto Fini - mantiene la carica di deputato, potendo quindi esercitare tutte quelle prerogative inerenti al mandato parlamentare compatibili con il suo stato di detenzione. Peraltro in materia non è pervenuta alcuna richiesta alla Presidenza della Camera né direttamente da parte dell'onorevole Papa, né da suoi collaboratori o rappresentanti».