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"L'infiltrato? Sono io, Di Chio"

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L'abbiamo scovato. Non è stata facile. Erano in tanti sulle sue tracce, almeno tremila persone. Il Tempo l'ha trovato e incontrato in una località segreta. Segretissima, che non si può rivelare. È lui, l'«uomo nero». Anzi, l'uomo dagli occhiali neri. «Impassibile», lo descrive Repubblica.it. Sta vicino a quei criminali che sfasciano le vetrine di una banca. Su internet parte il tam tam per scoprire chi è. Sul sito del Popolo viola viene pubblicata la foto del giornale di largo Fochetti e un'altra immagine sempre della stessa persona. Una didascalia dal titolo inquietante: «Chi è l'uomo col giaccone accanto ai black bloc (e alla polizia)?». Poi si spiega: «Qualcuno sul web ha accostato queste due foto. Si vede chiaramente un personaggio che è stato fotografato mentre assisteva impassibile alle devastazioni dei “black block” (che condanniamo fermamente) e mentre se ne stava tranquillo in mezzo ai poliziotti...La domanda sorge spontanea: "Chi è questa persona?"». Dilagano le ipotesi sul web. Un infiltrato. No, uno della polizia che dirigeva i devastatori. No, uno dei servizi. Parte la caccia sul web. Dilaga l'inseguimento virtuale. Noi incontriamo l'«uomo nero». Quello che segue è il resoconto del nostro riservatissimo colloquio. Allora, lei chi è? «Sono Fabio». Fabio? «Fabrì, sono Fabio Di Chio. Ma ti sei rimbecillito pure tu?». Fabio Di Chio?  «Esatto, quello che sta seduto a quattro scrivanie dalla tua». Cavolo, Fabio. Ma sei tu. Il nostro cronista di nera che ha seguito la manifestazione? «Bravo, ci sei arrivato». E che ci facevi lì? «Vabbè, vaneggi come quelli sulla Rete. Ma dove dovevo stare?» Vero, al posto giusto nel momento giusto. «Ecco, finalmente. Sono arrivato alle due e mi sono messo vicino a una banca. Diremmo "obiettivo sensibile". Scelta azzeccata. Infatti dopo un po' sono arrivati quei ragazzetti che hanno cominciato a sfasciare tutto. Poi uno di loro, con una mazza e uno straccio, ha messo fuori uso una telecamera. Subito dopo una ragazza ha chiesto ai fotografi di non scattare. Hanno preso di mira anche loro, tanto che uno c'ha rimesso la macchina». E poi?  «E poi tutto il resto che abbiamo raccontato. Speravo di farmi una bella domenica di riposo dopo le fatiche di ieri (sabato, ndr)».  Invece?  «Invece Repubblica ha messo sul sito la mia foto dicendo che c'era quest'uomo "impassibile". Ed è scoppiata questa follia collettiva. Su internet è un dilagare di ipotesi, minacce, insulti». Insomma, Repubblica ha preso un "granchio"? «Un fotografo mi ha detto che ha chiamato la redazione e li ha avvisati: "Guardate che state a scrive' una cavolata". Allora hanno aggiunto nella didascalia: "Forse è un giornalista"».  Ma sul web è una gara a scovare l'uomo misterioso. «Questo dimostra quanto sia attendibile la Rete, come ci voglia poco a creare un malinteso e anche come lo sport nazionale è sempre la dietrologia».  Il Popolo viola ha lanciato un'inchiesta per scoprire la tua identità. «Con tremila "mi piace" e una serie di frasi che fanno davvero impressione. Non mi ero accorto di nulla oggi pomeriggio, fin quando mi ha chiamato un anziano cronista».  Che ti ha detto? «Voleva sapere se davvero fossi io. Gli ho risposto di sì e mi ha detto che su internet c'era in corso un delirio collettivo. Guarda, io posso capire che sia un sito qualunque a commettere un errore del genere. Mi stupisce lo faccia una testata on line così importante». Senza verifica...  «Eppure sono un collega, tanti di Repubblica mi conoscono. I fotografi lo sanno tutti che sono io tanto è vero che nessuno, di altri giornali on line, s'è sognato di fare ipotesi su quella mia immagine. Mi hanno chiamato tanti colleghi di altri giornali chiedendosi come mai il giornale di Mauro lasciasse in Rete quella foto adombrando un mistero che non c'è. In questa fase, in una situazione così delicata voglio dire, bisogna fare grande attenzione su ciò che si pubblica».  

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