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E i Democratici bocciano Tonino

di pietro

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Forse non c'è alcun nesso. Ma di certo la reazione con cui il Pd accoglie la proposta di Antonio Di Pietro di istituire leggi speciali anti-black bloc, non contribuisce a rendere meno tesi i rapporti tra i Democratici e quello che, almeno sulla carta, è il loro principale alleato. A via del Nazareno non gradiscono affatto il pressing iniziato dall'ex pm. Domenica l'appello firmato assieme a Nichi Vendola e Arturo Parisi per chiedere un'accelerazione delle primarie di coalizione. Ieri l'affondo su una «Reale bis». E c'è chi comincia a pensare ad una strategia studiata a tavolino per mettere in difficoltà il Pd e per conquistare, come ha ammesso lo stesso Di Pietro, l'elettorato leghista («la mia campagna per le primarie si concentrerà molto sul Nord e sulla Lega e la dicotomia tra partito di lotta e di governo»). Fatto sta che i Democratici bocciano, pur con qualche distinguo, la proposta lanciata dal leader dell'Idv. E con loro si schierano tutte le forze di sinistra. «Prima di pensare a leggi speciali - ammoniscono Emanuele Fiano e Andrea Orlando -, converrà valutare perché non siano state utilizzate in maniera efficiente quelle esistenti». «Siamo d'accordo a colpire chi commette atti di violenza - spiega Rosy Bindi -, ma senza mai sospendere le garanzie costituzionali». E Anna Finocchiaro, presidente dei senatori democratici, si rivolge direttamente al ministro dell'Interno Roberto Maroni che oggi pomeriggio riferirà a Palazzo Madama. «Siamo aperti ovviamente a qualsiasi miglioramento - assicura -, ma quel che pensiamo è che vadano applicate e fatte rispettare le leggi esistenti e promossa quella prevenzione, che forse non è stata fatta e invece andava fatta prima e meglio. Ricordo che nel nostro Paese sono in vigore leggi che certamente forniscono anche adesso gli strumenti adeguati per contrastare atti di violenza come quelli di sabato e perseguire chi li ha commessi. E non posso non aggiungere, inoltre, che le Forze dell'Ordine andrebbero messe nelle condizioni di operare al meglio, evitando i tagli alle risorse dedicate alla sicurezza che il Governo Berlusconi ha compiuto in questi anni». Molto più dure e nette le reazioni della sinistra cosiddetta radicale. Per il leader del Prc, Paolo Ferrero, «la proposta avanzata da Di Pietro di riesumare la legge Reale è una sciocchezza. L'idea di abbandonare lo stato di diritto non è mai una buona idea: già negli anni scorsi ha fatto danni». Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli: «La proposta su una eventuale legge Reale-bis è irricevibile. Noi Verdi siamo stati tra i primi a condannare con durissima fermezza gli scontri del 15 ottobre: i violenti che hanno dato vita a quella guerriglia vanno immediatamente arrestati e puniti severamente. Ma tra questo e ridurre le libertà democratiche come è avvenuto negli anni '70 c'è una grossa differenza». E anche Paolo Cento di Sinistra Ecologia e Libertà non ha dubbi: «Le leggi speciali sono sempre fallite, non hanno mai aumentato la sicurezza e spesso sono diventate strumenti per restringere le libertà di tutti. Altra cosa è chiedere al governo di dotare le forze dell'ordine di strumenti più adeguati per prevenire le violenze come quelle che ci sono state». Concetto ribadito dal capogruppo di Fli alla Camera Benedetto Della Vedova: «Anziché progettare una nuova "legge Reale", il governo pensi a garantire la benzina e i pezzi di ricambio per gli automezzi delle forze dell'ordine». Non tutti però la pensano allo stesso modo. E all'interno del Pd nasce un botta e risposta tra l'europarlamentare Debora Serracchiani e il deputato piemontese Stefano Esposito. Per la prima, quella di una «Reale bis», è una proposta irricevibile: «Se il primo pensiero corre alle leggi speciali siamo sulla strada sbagliata. Dal momento che non è accettabile che la Capitale venga messa in scacco, il governo deve capire cosa non ha funzionato e preoccuparsi di mettere in atto i dispositivi che già esistono per prevenire e circoscrivere i black bloc». Immediata la replica di Esposito: «Cara Debora, ma dove sei stata negli ultimi quattro mesi quando antagonisti da tutta Europa giungevano in Valle di Susa per addestrarsi al "tiro" al poliziotto? Per una volta che Di Pietro non si è messo a inseguire le demagogie "grilline", anziché criticarlo sarebbe stato meglio ascoltarlo».

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