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Dalla Lega a Di Pietro il Palazzo punta al «centro»

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Mentrea Todi va in scena il seminario che riunsce tutte le associazioni cristiane per la prima volta dal dopo guerra, il Palazzo non rimane a guardare. Il rischio di una nuova Dc sembra per ora essere scongiurato, ma il mondo politico è comunque in fermento. L'appuntamento umbro richiama, infatti, l'attenzione di tutti e, dal Pd alla Lega, dall'Udc a Idv e Pdl sono pronti a rispolverarsi «cristiani». Così ecco Antonio Di Pietro pronto a seppellire l'ascia di guerra che utilizza tutti i giorni contro il governo e assicurare che lui, che viene «dal seminario, mica dai centri sociali», non si sente affatto escluso dall'appello di Todi, perché «è un'offesa a Dio e un'ipocrisia terrena l'assioma secondo cui i cattolici devono far parte di una Dc o di partiti parenti o figli. I cattolici - aggiunge il leader Idv - sono tutti quelli che lavorano secondo l'insegnamento cristiano, non si iscrivono ad un partito». La Lega, dal canto suo, non è affatto preoccupata - spiega il governatore del Veneto Luca Zaia - dal fatto che «la Chiesa voglia costituire un partito cattolico. Non ha bisogno di farlo - aggiunge - perché molti cattolici sono già impegnati in politica, tra questi anch'io». «Oggi è una bella giornata per l'Italia e per quelli che credono che il Paese possa uscire dalla crisi con un nuovo spirito di coesione», spiega invece Enrico Letta. «Coesione», dice il vice-segretario del Pd. Eppure all'interno del partito i problemi tra l'anima cattolico-popolare e quella ex Ds sembrano non essersi risolti. Almeno stando a sentire Giuseppe Fioroni: «Il problema è che io non mi scindo mai, al massimo, se ci riescono, mi cacciano, cosa complicata perché non se lo possono permettere», spiega a proposito dell'offerta politica del Partito Democratico e della rappresentanza al suo interno dei cattolici. «Non credo che i Ds e la Margherita si siano sciolti per inseguire consensi già abbondantemente rappresentati da Vendola, Di Pietro, Grillo, ma per guardare anche al centro», rilancia. Alla fine, l'unica voce fuori dal coro è sempre quella dei Radicali: «Prendiamo atto delle doti politiche del cardinale Bagnasco che è riuscito in una mezza giornata a far sfilare davanti a lui a capo chino e aria penitente esponenti politici di tutta la partitocrazia», sentenziano. Come dargli torto.

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