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Il governo prepara il giro di vite

Il ministro Roberto Maroni

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«Poteva scapparci il morto», dice il ministro dell'Interno Roberto Maroni. «S'è cercato il morto», gli fa eco il titolare della Difesa, Ignazio La Russa. Nel governo c'è preoccupazione per quanto accaduto negli incidenti di Roma. Preoccupazione e allarme per ciò che può ancora accadere. Si lavora per studiare contromisure ed evitare nuovi incidenti. Possibile un nuovo intervento legislativo, un forte giro di vite. Il responsabile del Viminale andrà a riferire domani in Senato. Intanto analizza l'accaduto in una sorta di conferenza stampa: «Quello che è successo a Roma è un fatto di inaudita gravità che va condannato da tutti senza esitazioni. Ringrazio ancora una volta le forze dell'ordine, il prefetto, il questore perché solo grazie ad un'equilibrata gestione dell'ordine pubblico si è evitato che ci scappasse il morto. Il rischio era concreto perché i violenti si sono volutamente fatti scudo del corteo». Maroni chiede di visionare i video degli scontri nella Capitale per poter infliggere «punizioni esemplari» ai «veri e propri criminali» che sono stati protagonisti della guerriglia urbana. E si prepara all'intervento a palazzo Madama: «In quella sede illustrerò le iniziative che intendo assumere per evitare che quanto accaduto ieri (sabato, ndr) possa tornare a ripetersi in futuro». «Il Paese - osserva il titolare del Viminale - non può dividersi di fronte alla violenza. È successo un fatto di inaudita gravità, va condannato da tutti senza esitazione». La Russa, che si trova in visita Washington, va oltre: «Credo che si sia veramente cercato il morto. Onore e merito alle forze dell'ordine che sono riuscite ad evitarlo. Mi viene in mente che qualche politico l'aveva detto: pensiamoci tutti». «Onore e merito - ha proseguito - a poliziotti, carabinieri, finanzieri che hanno contrastato nella maniera il più possibile adeguata i violenti e i facinorosi in mezzo a migliaia di persone pacifiche, che non avevano alcuna intenzione di commettere violenze. La reazione poteva essere che per colpire quelli si colpiva anche chi non c'entrava niente. Polizia e carabinieri hanno saputo distinguere anche a costo di lasciare un po' più di spazio ai violenti. L'alternativa era: caricare tutti? Impedire la manifestazione? Bloccarla?». I loro sottosegretari, Mantovano e Crosetto, chiedono di rivedere i tagli alla sicurezza. Attacca anche il Pdl. Spiega Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera: «Non ci sono state due piazze, ma una manifestazione unica dalla quale entravano e uscivano, opportunamente segmentati in brigate di due o trecento soggetti circa tremila guerriglieri». Quindi accusa: «Le organizzazioni che hanno dato vita alla manifestazione, o sono composte da assoluti incapaci, oppure hanno chiuso entrambi gli occhi di fronte alla adesione dei centri sociali più estremisti e alla loro organizzazione militare». Attacca pure Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl: «Molti esponenti delle minoranze continuano a usare argomenti pretestuosi per coprire le pericolose contiguità di alcuni settori della sinistra con i protagonisti delle violenze di Roma. Vadano a leggere sui giornali e vedano sui siti internet cosa hanno fatto ben note bande di violenti che usurpano la denominazione di "centri sociali" mentre sono centri di odio e eversione. Sono criminali ma non sconosciuti né importati dall'estero».

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