Il Ceis dona una statua della Madonna alla Parrocchia
Loha scritto il presidente del Ceis Roberto Mineo, in una lettera inviata al vicario di Roma, cardinale Agostino Vallini. «I video trasmessi dalla televisione e le foto pubblicate oggi (ieri, ndr) dai giornali - si legge nel testo - hanno creato disagio in chi, come noi, crede che le immagini sacre debbano essere sempre rispettate. La violenza non può fermare la devozione dei fedeli. Non possiamo piegarci alla sopraffazione di chi spazza via tutto, attacca le forze dell'ordine, piega al proprio volere la sofferenza di centinaia e centinaia di ragazzi che erano invece scesi in piazza per esprimere democraticamente e pacificamente il proprio disagio sociale». «Quel disagio - conclude la lettera inviata dal Ceis, da 40 anni in prima linea per contrastare ogni forma di dipendenza, al cardinale Vallini - è lo stesso vissuto dalle famiglie dei ragazzi che si rivolgono alle nostre strutture, con dedizione e fiducia, nella speranza di poter affrontare e risolvere le proprie debolezze, le proprie fragilità. Sono state proprio quelle famiglie - scrive infine il presidente Mineo - che mi hanno spinto a rivolgermi a Lei per donare alla chiesa di San Marcellino la statua della Madonna distrutta da una furia inspiegabile». Il Ceis - insieme con le Acli di Roma e l'Unitalsi ha, poi, diffuso una nota congiunta: «Condanniamo senza esitazioni il gesto blasfemo di oltraggiare e distruggere la statua della Madonna e il crocifisso della Parrocchia di San Marcellino. La protesta in questa maniera ha perso ogni significato propositivo e democratico». «Non possiamo permettere a nessuno di trasformare una manifestazione in un attacco a immagini sacre - affermano le tre associazioni in perfetta sintonia sull'approccio alla denuncia e alla stigmatizzazione dei gravi fatti verificatisi sabato pomeriggio nella Capitale - e in una sistematica distruzione della città. Queste vicende ci devono, comunque, far riflettere sul clima di tensione che ha conquistato soprattutto i giovani».