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I turisti fotografano e i romani pagano

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Unmotorino fermo al distributore self service, i ristoranti con i tavoli occupati e la via appena ripulita. Al di là di un'insolita «quiete» per un sabato sera, difficile immaginare che solo poche ore prima in quegli stessi luoghi era scoppiata la guerriglia. Una realtà che si è fatta più chiara il mattino dopo, quando il sole più bello dell'ottobrata romana indica senza pietà gli sfregi più gravi in via Cavour, via Labicana, piazza San Giovanni: scritte sui muri, carcasse di auto, vetrine andate in frantumi, segnaletica divelta. Una ferita senza tregua che si trasforma presto in beffa. I turisti, tra stupore e divertimento, si fanno fotografare accanto alle auto bruciate, ai gabbiotti dei vigili sfasciati o con un sampietrino in mano. Tra qualche giorno quegli stessi turisti mostreranno le foto in qualche salotto dall'altra parte del mondo e, accanto al Colosseo, alla basilica di San Giovanni, o alla chiesa di San Pietro in Vincoli si racconterà una città diversa. Un danno morale enorme per tutti i romani, costretti già a fare i conti con quelli materiali. E sì perché i lampioni rotti, i cartelli divelti, le telecamere infrante, i cassonetti distrutti, così come panchine, marciapiedi, sampietrini verranno ripristinati con i soldi delle tasse comunali. Un milione 615mila euro è la prima stima approssimativa di quanto dovrà sborsare il Campidoglio. Cifra già salita a circa tre milioni secondo un primo calcolo abbinato ai danni subiti dai privati, vale a dire commercianti, proprietari di auto e condomini. Nel dettaglio la lista preliminare del Campidoglio, a meno di 24 ore dalla guerriglia segna: Per quanto riguarda Atac, 1.500 corse perse tra autobus e metropolitane, 2.500 quelle limitate e tredici cancellate, 27mila i chilometri persi. A questo andrà presto aggiunto il conto sui danni subiti all'armamento delle linee tranviarie e all'alimentazione elettrica delle stesse. Al momento i danni subiti dal trasporto pubblico capitolino ammontano a 250mila euro. Va peggio per le casse dell'Ama, l'azienda municipalizzata che si occupa di pulizia e decoro urbano: cinquanta cestoni in ghisa distrutti; tremila metri quadrati di scritte sui muri, 171 cassonetti spostati, 120 tonnellate di rifiuti raccolti. Le spese ammontano a 485mila euro. «Una task-force di 230 unità di Ama, Servizio Giardini e Pics-decoro della Polizia Roma Capitale - ha detto ieri l'assessore capitolino all'Ambiente, Marco Visconti - sta lavorando ininterrottamente per ripulire e riparare, per quanto possibile, i danni causati dalle frange di violenti che hanno preso parte alla manifestazione degli indignati». Uno sforzo enorme per il quale, come annunciato sempre ieri dal presidente di Ama, Piergiorgio Benvenuti, l'azienda si costituirà parte civile. Il conto più salato tuttavia è quello presentato al dipartimento capitolino ai Lavori pubblici: venti metri cubi, pari a 1.200 metri quadrati e settemila «pezzi» di sampietrini divelti; trenta pali sradicati, 300 metri quadrati di percorsi per non vedenti distrutti. Solo per questo si spenderanno 800mila euro. In corso di quantificazione invece i danni subiti all'illuminazione pubblica, ai lastroni per marciapiedi e ai diversi elementi di arredo urbano. Anche la polizia municipale ha messo a conto tre garritte e una vettura danneggiata per un danno di ottantamila euro. Tutto questo per quanto riguarda i danni «pubblici». Per quanto riguarda invece quelli perpetrati alle cose private, Campidoglio e prefettura hanno diramato i numeri utili per chiedere i rasarcimento. Su indicazione del sindaco Alemanno, il gabinetto del sindaco ha istituito, sotto la guida del vicecapo di Gabinetto, Gianmario Nardi, e del direttore dell'Avvocatura capitolina, Andrea Magnanelli, un apposito numero telefonico al quale potranno rivolgersi tutti i cittadini che hanno subito danneggiamenti durante gli scontri. Il numero è 06.67104801». Anche il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, già la sabato sera ha invitato i privati e le aziende in conseguenza degli atti vandalici compiuti durante la manifestazione, a presentare una dichiarazione in prefettura, all'ufficio di gabinetto, via fax allo 06.69797409». Le richieste non saranno poche. Nell'attesa dell'avvio di una vera e propria class action proposta dal presidente della commissione Sicurezza del Campidoglio, Fabrizio Santori, da far sottoscrivere a tutti i romani. Da allegare alla pratica, perché no, anche le immagini dei turisti che si fanno fotografare accanto alle auto in fiamme, le panchine rotte e le scritte ingiuriose. Sus. Nov.

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