Obama corteggia gli anti-Wall Street
Loscrive il quotidiano Washington Post nella prima pagina in edicola ieri. Il suo staff, dopo settimane di accurate analisi, ha deciso di fare gradualmente propria la protesta contro le speculazioni di borsa e le grosse corporation, in modo che diventi uno degli assi portanti della comunicazione della prossima battaglia elettorale. «Pensiamo che questo tema debba essere uno dei pilastri della campagna dell'anno prossimo», ha assicurato David Plouffe, il massimo consulente politico del Presidente. «Intendiamo rendere uno degli argomenti centrali della prossima campagna -continua Plouffe - il contrasto tra il fatto che il presidente ha fatto approvare la riforma di Wall Street mentre i nostri avversari vogliono abrogarla. E credo che da qui a 12 mesi la gente saprà prendere la decisione giusta, chiedendosi "chi ha preso decisioni per aiutare me piuttosto che Wall Street?"». La strategia, che un pò ricorda quella adottata dai Repubblicani quando nel 2010 cavalcarono la rabbia, di segno opposto, anti-governo e anti-tasse del Tea Party, riuscendo poi a prenderne il controllo, potrebbe però rivelarsi rischiosa per Obama. Nei settori della sinistra più radicale infatti vi è molto risentimento nei confronti dei Democratici, considerati legati e dipendenti dai finanziamenti di Wall Street alla stregua dei Repubblicani. Lo scorso weekend gli indignati che manifestavano ad Atlanta non hanno permesso, per esempio, a John Lewis, deputato afroamericano e storico leader del movimento per i diritti civili, di prendere la parola. In ogni caso, i blogger e gli attivisti che nel 2008 furono cruciali per creare la mobilitazione della base più liberal a sostegno di Obama guardano con interesse a questa svolta. «Non sarà pericolosa se Obama riuscirà a gestirla nel modo giusto - spiega Steve Hildebrand, architetto di quella mobilitazione che oggi non lavora più per Obama - lo incoraggerei ad ascoltare con attenzione le persone che stanno protestando con passione contro Wall Street, le grandi corporation e i mega salari dei manger».