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È il solito G20: contro la crisi non decide nulla

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Tuttorinviato a inizio novembre al vertice dei capi di stato che si terrà a Cannes a inizio movembre. Unico atto concreto il sì dei 20 paesi alle iniziative dell'Eurozona per risolvere la crisi del debito sovrano. Un po' poco. Rinviato all'appuntamento di Cannes il piano per la Grecia, le riforme della governance e la ricapitalizzazione delle banche, dopo che il Vecchio Continente avrà discusso le questioni al vertice del 23 ottobre. Un tema «decisivo» anche per il futuro della crescita globale, come sottolineato nella conferenza stampa di chiusura del vertice di Parigi dal ministro dell'Economia francese Francois Baroin, visto che le prospettive cominciano a essere nere anche per i Paesi emergenti. «Attendiamo nuove azioni per massimizzare l'impatto dell'Efsf al fine di evitare il contagio - recita il comunicato conclusivo - e aspettiamo i risultati del Consiglio europeo del 23 ottobre». Occhi puntati sull'Eurozona, dunque, come ben sanno il presidente della Bce Jean-Claude Trichet, che plaude all'approvazione da parte dei 17 dell'ampliamento dell'Efsf, e il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn. Gli incontri di questi giorni, ha dichiarato quest'ultimo, hanno mostrato «l'urgenza e il bisogno di azione per superare la crisi del debito sovrano e ricostruire la fiducia sulle nostre economie», oltre alla necessità di arrivare a Cannes, prossimo appuntamento per il G20, con una «risposta comprensiva ed efficace» ai temi caldi sul tavolo. Il direttore generale del Fmi Christine Lagarde ammonisce infatti che la crisi che continua a flagellare l'Occidente si sta estendendo anche ai Paesi emergenti fino a qui motore della crescita mondiale. Parole particolarmente positive sulla risposta dell'Europa, dopo i toni critici degli scorsi giorni, sono giunte dal segretario americano al Tesoro, Tim Geithner: «abbiamo sentito cose incoraggianti da parte dei nostri colleghi a Parigi», ha affermato in coda al vertice, sottolineando che il nuovo piano europeo «comprende gli elementi appropriati, e la sua credibilità è rafforzata dalla strategia adottata dai governi belgi e francesi per limitare i danni collaterali potenziali che avrebbero potuto accompagnare la caduta di Dexia». Nella due giorni parigina non si è parlato però solo di Europa. I venti grandi sono tornati ad affermare il loro impegno per garantire la stabilità finanziaria globale, vigilando sul fatto che «le banche dispongano di un livello di capitale proprio adeguato, e abbiano un accesso sufficiente ai finanziamenti per far fronte ai rischi attuali».

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