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Ammoniaca e biglie di ferro

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Ilcampo di battaglia, ricco di boschi in cui nascondersi, aveva favorito la guerriglia a distanza. Così la fionda era diventata un strumento indispensabile, da caricare con grossi bulloni esagonali, biglie di ferro e pietre. È la testimonianza che i black bloc sono tutt'altro che guerriglieri improvvisati. Si preparano, conoscono il terreno su cui si muovono e sanno perfettamente come e quando colpire. Ieri a Roma lo hanno dimostrato limitandosi ad azioni dimostrative lungo la maggior parte del tragitto (macchine e cassonetti bruciati, vetrine sfondate) per poi scatenare l'inferno a piazza San Giovanni. Da «guerriglieri professionisti» i black bloc sono attrezzati in maniera da fronteggiare le cariche della polizia: pasticche di maalox per curare il mal di stomato provocato dai lacrimogeni, limoni che vengono applicati sugli occhi, maschere antigas (con il doppio filtro), caschi, protezioni per il resto del corpo. Quanto alle armi vere e proprie, oltre a biglie e fionde, solitamente sono muniti di bottiglie di vetro vuote da lanciare, bottiglie di ammoniaca per «bruciare» i poliziotti cui vengono lanciate, materiali incendiari ed esplosivi come petardi e bombe carta. Ma i «guerriglieri urbani» sono muniti anche di strumenti che possono rendere facile il reperimento di materiali da utilizzare per la battaglia. Ieri, ad esempio, in molti erano muniti di martelli che sono stati utilizzati sia per rompere le vetrine che per divellere sampietrini che sono poi stati lanciati all'indirizzo delle forze dell'ordine. E nel corso della manifestazioni a questi si sono aggiunti segnali stradali ed estintori presi all'interno delle strutture saccheggiate.

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