Fini a Minzolini: "fazioso, si dimetta". Il Pdl: "Dimettiti tu"
Gianfranco Fini quasi non ha aspettato neanche la sigla di chiusura del Tg1. E ha chiesto le immediate dimissioni di Augusto Minzolini per «l'intollerabile faziosità del suo telegiornale». «C'è un limite anche all'indecenza», ha aggiunto la terza carica dello Stato. E ha preannunciato di voler tutelare la propria onorabilità in sede giudiziaria e professionale. Ad accendere la miccia, due servizi trasmessi nell'edizione delle 20. Il primo intitolato «Fini nel mirino della maggioranza» nel quale si riportavano le accuse di «aver dato interpretazioni regolamentari non al di sopra le parti», il secondo, dal titolo «Fini sotto accusa», con un'intervista al vicedirettore di Libero, Franco Bechis, nella quale il giornalista, riprendendo un pezzo di oggi sul quotidiano e riferendosi alla bocciatura dell'art.1 del rendiconto, si è detto stupito dell'«attaccarsi a cavilli come ha fatto la giunta del regolamento della Camera presieduta da Fini davanti ad un danno che per l'Italia potrebbe essere di 360 miliardi di euro». In sostanza, lo stesso titolo di apertura del quotidiano di Belpietro. Subito dopo sono cominciate le polemiche. «Sappiamo che il Tg1 è ormai un programma per pochi intimi, ma Minzolini non può comportarsi come se fosse il tinello di casa sua», ha detto Flavia Perina, fedelissima del presidente della Camera e deputato di Futuro e Libertà. «Gianfranco Fini, anzichè chiedere il bavaglio per Augusto Minzolini, farebbe bene a pensare a come gestisce la Presidenza della Camera, trascinando quello che dovrebbe essere un incarico super partes in una quotidiana contesa di fazione», ha replicato Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. E Fabrizio Cicchitto ha aggiunto: «Sempre più nettamente l'onorevole Fini si caratterizza sul terreno politico oscurando il ruolo super partes che dovrebbe avere da Presidente della Camera. Evidentemente, forse anche per questo, chiede le dimissioni del direttore del tg1 Augusto Minzolini». Per il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, «fino a oggi il Tg1 è sempre stato una straordinaria risorsa per l'informazione italiana. Con Minzolini è una parodia della sua grande storia giornalistica e il silenzio del direttore generale della Rai Lorenza Lei è puro servilismo verso Berlusconi e i suoi sodali che l'hanno nominata». E, sempre per il Fli, Roberto Menia, sottolinea: «L'indecenza raggiunta questa sera dal Tg1 è tale che non c'è spazio alcuno per difese d'ufficio»; poi chiede che sia convocato dalla Vigilanza Rai. «Chi si deve dimettere è Fini, sempre più capopartito e sempre meno super partes. Minzolini ha fatto il suo mestiere», dice all'opposto Francesco Casoli, vicepresidente del gruppo Pdl al Senato e componente della Commissione parlamentare di Vigilanza. In mancanza di reazioni dai vertici della Rai, parla il Cdr del Tg1 per il quale «il direttore sta schierando la nostra testata sempre su tesi di parte della maggioranza e del governo. Il direttore viene meno così ai doveri del rispetto del pluralismo, facendo perdere credibilità e ascolti al nostro telegiornale». L. L.