La televisione dell'assurdo a Montecitorio
La politica nell’era della televisione è come un set. E l'opposizione ieri ha dato prova di non aver compreso come funziona la «macchina» del piccolo schermo. La tv è presenza non assenza. I banchi vuoti trasmettono un senso di desolazione che contagia chi non c’è. Non appari, non esisti. Se Berlusconi parla senza avversari, la telecamera continuerà a inquadrare il premier mentre pronuncia il suo discorso, il tecnico del suono registrerà solo applausi e il presidente del Consiglio farà gol a porta vuota ironizzando sull'«opposizione che è sparita». Tutto questo è successo ieri a Montecitorio. Con qualcosa in più: gli sbadigli di Bossi, i ministri che occupano i banchi dei dipietristi, un clima da compagni di scuola che sbrigano i compiti mentre si lanciano palline di carta con la cerbottana, senza il timore di esser puniti dalla maestra. Berlusconi ha svolto un discorso breve, misurato, senza attacchi a testa bassa, puntiglioso nei passaggi in cui ribadiva l'assenza di un’alternativa di governo e il passaggio al voto nel caso di sfiducia oggi. E l’opposizione? Guardava sul video a pochi metri di distanza il Cavaliere in tv e commentava la propria assenza davanti alla telecamera. Beckett in Transatlantico. Tv dell’assurdo. Il massimo è stato raggiunto quando Berlusconi - che da uomo di palco sapeva quel che faceva - ha rivolto lo sguardo sornione verso i banchi vuoti e ha fustigato «certe liturgie». Il gattone di Arcore che gioca con il topo. Oggi cosa accadrà? Le vie della politica sono infinite, la partita dal punto di vista numerico è sempre aperta. Ma il quadro uscito ieri dal Parlamento ci ha mostrato una situazione cristallizzata. I veri pericoli per Berlusconi sono tutti interni; un incidente d'aula come l'altro ieri sul voto del Bilancio dello Stato; il mal di pancia dei seguaci di Scajola; il frondismo dei peones. Fiumi carsici da tenere d’occhio. Vedremo se il Cav regge o no. In ogni caso, l'opposizione è scarica di idee, non ha compreso l’effetto boomerang della diserzione dell’aula, non sa riconoscere le proprie debolezze. E Pannella, altro straordinario mattatore del palcoscenico, le ha messe in piazza. Fiducia o no, il sipario non cala.