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Quella Balena è figlia del Pci

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Palmiro Togliatti ricoprì la carica di vicepresidente del Consiglio dal 1945 al 1946 e quello di Ministro della Giustizia dopo la caduta del fascismo

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Caro Paolo Cirino Pomicino, dalla tua vivacissima nota di ieri vedo che stai fiutando nell'aria qualcosa che ti incoraggia a pensare che il grande sogno che coltivi da suppergiù vent'anni – il ritorno della Balena Bianca – finalmente si stia avverando. Su questo tuo sogno (ricordi?) una sera di tanti anni fa ci azzuffammo a lungo, molto affettuosamente, nel salotto della nostra amica Lina Wertmuller. Ricordo fra l'altro che giustificasti la tua nostalgia tessendo l'elogio della grande lezione che la Dc, durante la Prima Repubblica, col concorso dei suoi alleati, era riuscita a svolgere sul terreno della mediazione fra economia e politica. Ricordo anche che tu non desti molta importanza alla mia principale obiezione. Permettimi dunque di ricordartela. Essa consisteva nel convincimento che il sistema partitico che si sviluppò durante la Prima Repubblica non fu affatto, come tu mostri di credere, figlio della Dc, bensì di quello strano partito che dopo la fine della guerra mostrò subito di essere l'organismo politico più efficiente e muscoloso del paese: il grande partito «burocratico di massa» concepito e forgiato da Togliatti. Ragion per cui si può dire che all'origine di tutte le anomalie della nostra democrazia, Tangentopoli compresa, si trova quell'enorme, costosissima macchina burocratica, propagandistica, ricreativa ed editoriale che fu il Pci: una macchina di cui prima di allora non si era mai visto nemmeno un esempio; che fin dal principio fu finanziata da Mosca e della quale tutti gli altri partiti, per fronteggiarne il potere, si videro presto costretti a imitare il modello. Sicché ognuno di quei partiti, compresi quelli il cui peso elettorale era risibile, si volle presto dotare di una struttura analoga. Il che voleva dire una federazione centrale a Roma, una federazione regionale in ogni capoluogo di regione, una federazione provinciale in ogni capoluogo di provincia, una rete capillare di sezioni e cellule stesa come una piovra sull'intero territorio del paese – e così via figliando. Accadde così che a un certo punto non ci fosse una sola città, cittadina, quartiere, paesotto, borgo o villaggio che non fosse allietato dalla presenza di un grappoletto di localini siglati Dc, Pci, Psi, Psdi, Pri, Pli, Msi e simili. Quella piovra infine disponeva di due milioni e mezzo di ventose. Questo era infatti (secondo uno stimato politologo, il professor Luciano Cafagna, che dubito dopo il crollo della Prima Repubblica provvide a calcolarne le forze in campo) il numero degli italiani che verso la fine degli anni Novanta lavoravano, o fingevano di lavorare, nelle “strutture” dei nostri partiti. E tu sai molto meglio di me, caro Paolo, che quel popolo di ventose veniva ovviamente pagato coi quattrini che i suoi capi si procuravano essenzialmente in due modi: o prelevandolo legalmente dalle tasche dei contribuenti mediante il finanziamento pubblico, o prelevandolo illegalmente da quelle medesime tasche mediante il sistema delle tangenti, che permise loro a lungo di mungere sia le imprese del settore privato sia soprattutto quelle del settore pubblico. Insomma, Paolo caro, la mia principale obiezione al tuo sogno consiste in questa semplice sciarada: senza Togliatti niente Pci; dunque niente partiti strutturalmente simili al Pci; dunque niente piovra partitica; dunque niente corruzione; dunque niente ruolo preminente svolto in quel quadro dalla strana coppia Pci-Dc; dunque niente grandezza e miseria della Balena Bianca... E ora dimmi onestamente: non sembra evidente anche a te che il ritorno di quel cetaceo non potrebbe avvenire senza comportare il ritorno di quella piovra partitica essenzialmente parassitaria che esso contribuì a generare in combutta col Pci?

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