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Nel Pdl spunta la mini-patrimoniale "No" di Bossi e Tremonti al condono

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Da sinistra Umberto Bossi e Giulio Tremonti

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Nessun condono in vista: Umberto Bossi e Giulio Tremonti si schierano contro qualsiasi forma di sanatoria fiscale, confermando, al termine del lungo vertice a via Bellerio fra il Senatur e il ministro dell'Economia, quanto aveva già fatto sapere il Tesoro, attraverso il sottosegretario Luigi Casero, secondo il quale il condono "non si farà perché non è praticabile". Ma Fabrizio Cicchitto anche oggi insiste: "serve una discussione seria, senza tabù". E il rapporto tra il ministro del tesoro e il Pdl torna a caricarsi di tensione. Spunta la mini-patrimoniale: lo stesso Berlusconi non l'avrebbe esclusa. In serata è circolata la voce di un rilancio da parte del Pdl (che comunque non molla sul condono), anche sulla patrimoniale per fare cassa e aprire nuovi orizzonti al decreto sviluppo sul piano delle misure per la crescita. Favorevole a questa soluzione sarebbe, tra gli altri, lo stesso Cicchitto (sempre anche pro-condono). Negli ambienti di partito si dice che anche il premier sarebbe favorevole. Quindi oltre al piano sulle grandi opere, è prevista "una sorpresa", aggiungono le stesse fonti che mantengono il riserbo sulle misure che verranno proposte. "Berlusconi sta raccogliendo le varie proposte e poi farà la sintesi", si limitano a dire i fedelissimi del Cav. Non è scartata però l'opzione condono, che potrebbe essere inserito nella delega fiscale. Il gruppo di lavoro ora dovrà confrontarsi con Giulio Tremonti. I "paletti" del ministro dell'Economia sono sempre gli stessi: i soldi non ci sono, il decreto va fatto a costo zero. Ma il premier, assicura chi lo ha sentito, ribadisce che il provvedimento permetterà un forte rilancio dell'azione dell'esecutivo. L'intenzione è quella di portare il piano in Cdm per sottoporlo agli esponenti di governo. "Berlusconi cercherà in tutti i modi un'intesa nel governo, ma poi tirerà le somme e a quel punto - riferisce una fonte ministeriale - si capirà chi è per il rilancio dell'economia e chi no".   Pdl preoccupato sull'accordo. Il vertice tenutosi al partito di via Bellerio (presenti Bossi, Tremonti, Cota, Mauro, Bricolo, Reguzzoni e Castelli) è la prova che l'asse tra il ministro dell'Economia e il Senatur è saldissimo. "E' un metodo inadatto", osserva Bondi. A certificare il clima di tensione anche lo scontro sul condono. Cicchitto insiste e definisce Tremonti "un novello Savanarola", ma il professore di Sondrio resta fermo sulle sue posizioni. Dal vertice Bossi-Tremonti solo misure a costo zero. Nessun condono in vista: Senatùr e ministro si schierano contro qualsiasi forma di sanatoria fiscale, confermando, al termine del lungo vertice a Via Bellerio quanto aveva già fatto sapere il Tesoro, attraverso il sottosegretario Luigi Casero, secondo il quale il condono "non si farà perché non è praticabile". Clima più disteso, invece, nel Pdl. Nella maggioranza si registra una frenata sull'offensiva dei 'frondisti' scajoliani. Il politico ligure ha inviato una lettera al Cavaliere per spiegare le proprie ragioni e sottolineare che non intende compiere atti di rottura nei confronti dell'esecutivo. Nessuno in via dell'Umiltà esclude più la possibilità che si verifichi un incidente parlamentare. Qualcuno ipotizza, qualora dovesse cadere l'esecutivo, un governo Schifani. Berlusconi però è netto: "Si va avanti senza tentennamenti". Anche sulle intercettazioni. Mentre ieri erano circolati dei dubbi anche da parte del ministro della Giustizia sulla possibilità di far votare il testo in Aula ora nel Pdl si torna alla carica. Domani pomeriggio è prevista una riunione per decidere se utilizzare la fiducia, ma qualora fosse confermato l'intesa tra il Cavaliere e Scajola, non si esclude di "blindare" il provvedimento.  

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