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Pm all'assalto del Cav. Il Pdl scrive a Palma

Il nuovo ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma

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Silvio Berlusconi ci scherza su. Il Cav è in Transatlantico per l'esame del ddl intercettazioni e, agli esponenti del Pdl che lo circondano, racconta: «Venite a trovarmi, bussate alla porta e vi riceverò. Da quando tutti sanno che mi intercettano le telefonate, non mi chiama più nessuno: tutti vogliono incontrarmi». Scherzi a parte, la questione è più seria che mai. Intercettazioni «a strascico» al presidente del Consiglio non consentite dalla legge, colpi di spugna alle liste dei testimoni della difesa per scongiurare il rischio prescrizione dei processi, vere e proprie guerre tra procure - in barba alla naturale competenza territoriale - pur di accaparrarsi i fascicoli che riguardano il premier. Ecco perché i capigruppo del Pdl nei due rami del Parlamento hanno presentato, alla Camera e al Senato, la stessa interrogazione indirizzata al ministro della Giustizia, Nitto Palma, per chiedere «l'urgente adozione di ogni iniziativa di sua competenza» per «evidenti violanzioni di legge». Sono Maurizio Gasparri, Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello a presentare l'iniziativa ribadendo che nei confronti del premier «c'è un accanimento giudiziario» e «un affievolimento preoccupante del diritto di difesa». Nel mirino finiscono la procura di Milano e quella di Napoli. L'interrogazione ripercorre le vicende giudiziarie del Cav dal processo Mills al processo Ruby, e l'inchiesta sulla vicenda del presunto ricatto da parte di Tarantini e Lavitola, ora passata a Bari. Si affronta anche la vicenda del deputato Alfonso Papa - ancora a Poggioreale nonostante le cattive condizioni di salute - per l'inchiesta sulla P4. Le quattro pagine hanno come premessa la decisione del Tribunale di Milano sul processo Mills di «revocare dieci testimonianze richieste dalla difesa e precedentemente ammesse». «Sempre a Milano - sottolinea poi l'interrogazione - è pendente il "processo Ruby". Nonostante la chiara finalizzazione degli atti di indagine nei confronti del premier, la sua iscrizione sul registro degli indagati si è verificato con inspiegabile ritardo, al punto da non potersi escludere che tale procedura di garanzia sia stata ritardata al fine di consentire la praticabilità del rito immediato e agevolare la prosecuzione dell'attività intercettiva in violazione della legge». Quanto alla vicenda Lavitola-Tarantini, secondo gli interroganti, i pm di Napoli avrebbero proceduto «all'assunzione di informazioni nei confronti dei difensori di un indagato», ma «il codice di procedura penale circoscrive tale possibilità ai casi eccezionali» Cicchitto, Gasparri e Quagliariello sollevano anche il caso dell'arresto da parte dei pm di Napoli di Angela Devenuto, moglie di Tarantini e madre di due bambine piccole, nonostante il codice di procedura penale vieti tale misura a meno che non sussistano esigenze cautelari di eccezionale rilevanza. Adesso la parola passa a Nitto Palma. Sarà lui, una volta ricevuta l'interrogazione, a chiedere le dovute spiegazioni alle procure interessate. Questa volta tocca a Boccassini, Woodcock e compagni rispondere.

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