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Mal di pancia e «complotti»: nel Pdl la tensione è alle stelle

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Lecritiche lanciate da due «berlusconiani» della prima ora, Beppe Pisanu e Claudio Scajola, spaventano il partito. Le richieste dei «frondisti», che per ora smentiscono di voler fare gruppi autonomi, sono chiare: un cambio di passo del governo e l'allargamento della maggioranza a pezzi di Terzo Polo e Pd. Getta acqua sul fuoco il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che esclude che il premier possa dimettersi: «Non vedo questa possibilità» e aggiunge: «Può piacere o no ma la tenuta del governo Berlusconi anche per i più critici è il male minore rispetto alle incognite a cui si andrebbe incontro». Le fibrillazioni restano. «Il disagio parlamentare è enorme, sotterraneo e non ancora manifesto. E non è motivato dalla preoccupazione personale di volersi garantire, in futuro, un seggio parlamentare, quanto dalla piena consapevolezza della gravità della situazione che investe tutte le componenti della società italiana» dice il senatore Pdl Raffaelle Lauro. Minimizza il ministro Fitto: «È bene che ci sia un dibattito all'interno del Pdl». Parla di una «discussione fisiologica» il ministro Frattini. Ciò che non è fisiologico «sarebbe formare piccoli gruppi di potere, specialmente nella fase in cui il partito sta andando al tesseramento e ai congressi provinciali». In ogni caso «non lo vedo proprio Scajola abbandonare l'idea di un progetto politico che ha contribuito a costruire a partire dal 1994. Pisanu è stato presidente del gruppo parlamentare di Fi. Quindi sono due persone profondamente legate all'esperienza di Fi. Al di là di una riflessione su dove si deve andare, non mi sembra che Scajola e Pisanu si stiano preparando allo strappo o a costruire una nuova Dc». Della stessa idea Margherita Boniver: «Non credo assolutamente al complotto Pisanu-Scajola. Non si è mai visto un complotto che si svolge alla luce del sole». Tra l'altro, aggiunge la deputata del Pdl, «stimo entrambi, certo sono democristiani ma di qualità che tentano di muovere una certa inerzia politica che serpeggia in tutto il Pdl». Lo stesso tasto, quello dei democristiani, lo tocca, con altre sfumature, il leader de La Destra Francesco Storace: «La richiesta di Scajola e Pisanu di aprire all'Udc? Io direi di stare attenti. C'è una caccia a imbarcarsi sulla scialuppa giusta, abbandonando chi comanda, tipicamente democristiana. Avere un altro premier è una questione legittima, che si può porre, ma devono essere gli italiani a decidere. La possibilità evidentemente c'è, lo si legge sui giornali. Spero ci siano ancora gli anticorpi che permettano di difendere le decisioni dei cittadini».

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