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Condono, il no dei sindaci

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Nel susseguirsi di dichiarazioni - smentite e poi riconfermate - anche se al momento nulla è ancora certo sulla possibilità di un nuovo condono edilizio (e secondo Cicchitto anche fiscale), i sindaci da Brindisi, dove erano riuniti dal 5 ottobre per l'assemblea congressuale e l'assemblea annuale dell'Anci, hanno fatto sentire il loro netto no. Il dibattito è partito dalla città salentina quando il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, al suo arrivo parlando con i giornalisti non ha voluto escludere a priori misure del genere, che potrebbero essere inserite nel decreto sviluppo. Anche se oggi da Saint-Vincent lo stesso ministro si è trincerato dietro un «no comment», la polemica e le preoccupazioni si sono fatte sentire e i sindaci hanno preso posizione in difesa della legalità e del territorio. Lo ha detto molto chiaramente il neo presidente dell'Associazione Nazionale dei Comuni, Graziano Delrio, il quale condivide la posizione assunta dal ministro dell'economia Giulio Tremonti, convinto che un condono frenerebbe la lotta all'evasione e aumenterebbe il deficit. «Credo che un condono - ha detto Delrio - sia una tentazione da respingere, primo perchè inutile, secondo perchè dannosa. Sarebbe una decisione grave e non risolverebbe il problema di deficit che il nostro Paese ha. Noi sindaci, in particolare, abbiamo il compito di ripristinare la legalità e provvedimenti del genere ci farebbero fare un passo indietro. Nostro compito poi è anche quello di salvaguardare l'ambiente, già pesantemente compromesso e non possiamo esimerci dal pensare al dopo e al quanto dannoso potrebbe essere un nuovo condono». Il vice presidente dell'Anci, Roberto Reggi, sindaco di Piacenza, parla di una «vera e propria istigazione a delinquere, un ulteriore attacco alle istituzioni» e di un comportamento «immorale e schizofrenico». «Non si può - ha detto Reggi - da un lato chiedere ai Comuni di recuperare l'evasione per incrementare i bilanci e dall'altro proporre un nuovo condono. È uno schiaffo inaccettabile. Soprattutto in un momento in cui la coesione sociale è a rischio; in questo modo - ha continuato - si allarga la divaricazione tra furbi ed onesti». Secondo Reggi, proponendo norme del genere si rischia di far perdere credibilità alle istituzioni e in particolar modo ai sindaci: «non si può chiedere ai cittadini di pagare le tasse e poi agli stessi offrire scorciatoie per sanare situazioni di illegalità». Anche per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, presidente del Consiglio Nazionale dell'Anci, il condono è una misura sbagliata, sia per quanto riguarda quello edilizio che quello fiscale. Un sindaco del nord, il primo cittadino di Biella Donato Gentile (Pdl), affronta la questione con qualche sfumatura, sostenendo che è d'obbligo usare l'intelligenza nell'affrontare la questione non compromettendo, deturpandolo irrimediabilmente, il territorio, che è «la garanzia del futuro per i nostri figli». Gentile chiama in causa il sindaco di Bari, Michele Emiliano, il quale - ricorda - con grande responsabilità ha buttato giù degli ecomostri. «Tutti dovrebbero fare così perchè le bellezze del sud vanno tutelate; queste oscenità - ha continuato - devono essere combattute e l'ambiente va difeso». Ciononostante, per il sindaco di Biella, per opere che non hanno forte impatto sull'ambiente, non sconvolgono i piani urbanistici e si riducano a errori burocratici senza alcuna configurazione di reati penali, il condono può essere previsto. «Un provvedimento che abbia queste caratteristiche - ha concluso - potrebbe aiutare un pò i comuni che hanno l'acqua alla gola e non sanno se riusciranno a chiudere il bilanci, ma non può diventare una regola, soprattutto perchè in quel caso mortificherebbe il valore etico dei sindaci di comuni virtuosi».  

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