Mattarella beffato dai dipietristi
L'intesa regge a metà. Nonostante gli appelli del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nonostante l'accordo bipartisan raggiunto sui nomi, il Parlamento riunito in seduta comune per eleggere un membro laico del Csm e un giudice della Corte Costituzionale, ha centrato solo mezzo obiettivo. Via libera a Ettore Alberto Albertoni, esponente vicino alla Lega, che prenderà il posto lasciato libero da Matteo Brigandì a Palazzo dei Marescialli (per lui 609 voti). Stop, invece, a Sergio Mattarella (ex parlamentare Pd) che si è fermato ad un passo dalla Consulta: 601 voti a fronte dei 634 richiesti al primo scrutinio. Scherzi del quorum (per eleggere il membro del Csm ne bastavano 571), ma anche qualche tatticismo che, alla fine, è risultato decisivo. In particolare la scelta dell'Idv che ha preferito non partecipare al voto facendo mancare la sua truppa di 34 tra deputati e senatori. «I ruoli di garanzia di rango costituzionale - hanno spiegato Antonio Di Pietro e i capigruppo di Camera e Senato Massimo Donadi e Felice Belisario - sono strumenti essenziali per il funzionamento di una sana democrazia e non possono ridursi a semplici "posti" da occupare». Malignamente si potrebbe sostenere che forse l'Idv sognava di «occupare» uno di quei posti. I Democratici, in realtà, si aspettavano la mossa degli uomini di Di Pietro che comunque, alla fine, sono risultati decisivi. Certo, sul risultato hanno influito anche le assenze, soprattutto dalle parti della maggioranza, e il dissenso di qualche «malpancista», ma l'impressione è che Mattarella dovrebbe riuscire a raggiungere la Corte Costituzionale. Trovandosi così nell'«invidiabile» posizione di dover decidere sull'ammissibilità del referendum elettorale che mira a sostituire l'attuale legge con quella che porta il suo nome. Ma anche se la situazione sembra assolutamente sotto controllo, non mancano le polemiche. Il presidente dell'Udc Rocco Buttiglione, ad esempio, coglie la palla al balzo per gettare un po' di benzina sul fuoco: «Si tratta dell'ennesimo episodio che evidenzia quale tipo di cultura politica abbia l'Italia dei Valori. Fino a quando il Pd continuerà a sottostare a questi diktat dei dipietristi? È questo l'alleato con cui il Pd vuole costruire il governo per il futuro dell'Italia?» Più conciliante il capogruppo Democratico alla Camera Dario Franceschini che spiega che la mancata elezione di Mattarella non è «un caso politico», anche se subito aggiunge: «Domani mattina (stamattina ndr) è stata già convocata una seduta alle 9. Poi ci sarà una capigruppo e lì, se non sarà raggiunto il quorum, chiederemo il voto ad oltranza». Anche perché dal quarto scrutinio si abbassa il quorum.