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Papa resta in galera. Anche se è malato

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Il deputato del Pdl Alfonso Papa

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Alfonso Papa resta in carcere. Il gip Luigi Giordano ha infatti respinto la richiesta di scarcerazione del parlamentare del Pdl presentata nei giorni scorsi dai suoi difensori Giuseppe D'Alise e Carlo di Casola. Una decisione che ha fatto andare su tutte le furie gli avvocati che hanno immediatamente convocato una conferenza stampa per annunciare che rinunceranno alla difesa del loro cliente perché, hanno spiegato, la sua detenzione non consente di concordare e mettere in atto un'adeguata strategia difensiva in un processo che hanno definito «elefantiaco»: «In queste condizioni è impossibile esercitare un corretto diritto di difesa. Questo perché ci è impossibile comunicare con il nostro assistito: file interminabili al carcere, e 20 mila pagine di documenti». D'Alise e di Casola hanno posto l'accento, in particolare, sul fatto che il gip, nel rigettare l'ultima istanza di scarcerazione da loro presentata, non ha acquisito la cartella clinica così come avevano chiesto («un'omissione inaccettabile e disinteresse per la salute del detenuto»). Ciò nonostante ha autorizzato l'incontro in carcere tra l'indagato e lo psichiatra nominato perito di parte, il professor Bruno Pannain. Papa è a Poggioreale dallo scorso 21 luglio nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta loggia segreta P4, condotta dai pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock. Il parlamentare è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla concussione, alla ricettazione, al favoreggiamento e alla rivelazione di segreto, anche se la Camera ne ha autorizzato l'arresto solo per i reati per cui il gip aveva concesso la misura cautelare. Secondo i suoi legali, nelle ultime settimane, Papa soffre d'insonnia, è depresso, ha perso 20 chili e viene spesso sedato dai medici: «Non crediamo nelle persecuzioni della giustizia ma lo chiediamo all'opinione pubblica. È giusto tenere in carcere una persona nelle condizioni di Papa?» Ora il deputato dovrà decidere se nominare un nuovo difensore di fiducia o accettarne uno d'ufficio. In ogni caso non sembra che questo possa far slittare l'inizio del giudizio immediato, fissato per il 26 ottobre. E contro la scelta di non autorizzare la scarcerazione del deputato si scaglia anche il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto: «Adesso è evidente l'uso che si vuole fare dell'autorizzazione all'arresto dato dalla maggioranza alla Camera nei confronti dell'onorevole Papa. L'onorevole Papa è stato rinviato a giudizio, il processo è stato fissato, non c'è nessuna ragione per mantenerlo in carcere se non per un disegno punitivo che discende evidentemente da vicende passate avvenute nel Tribunale di Napoli. Si tratta di una autentica persecuzione che fa capire meglio l'errore che è stato commesso il 20 luglio 2011».

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