Fini all'attacco: "Berlusconi si dimetta"
Berlusconi? «Deve lasciare, doveva dimettersi già ieri, così non può durare, faccia un passo indietro: il governo si occupa di tutto tranne che di governare»: Gianfranco Fini non dà chance all'attuale governo e, ospite di Piazzapulita su La7, indica la sua road map per superare la fase critica che attraversa il paese che, a suo giudizio anche agli occhi del mondo ha «ormai credibilità zero». Per il presidente della Camera il governo Berlusconi è al capolinea ormai da tempo: «deve dimettersi» e lasciare spazio ad un nuovo esecutivo più ampio che contenga sì anche l'attuale maggioranza ma che vada oltre. E alla guida di questo governo di tregua o di transizione che dir si voglia, «dovrebbe esserci un rappresentante dell'attuale maggioranza». Non vuole fare nomi il leader di Fli che ricorda come spetti al capo dello Stato assumere certe decisioni. Poi Fini coglie l'occasione per avanzare una facile previsione: il ricordo fatto oggi dal presidente Napolitano sul governo Pella, un governo di transizione dalla vita breve ma intensa e proficua «sarà oggetto domani - ha osservato Fini - di chissà quante dietrologie». Intanto però si guarda avanti e soprattutto alle elezioni che il presidente della Camera prevede per la primavera del 2012, anche perchè - ha detto - lo fa capire lo stesso Bossi. In vista di quell'appuntamento Fini spera che il Terzo Polo sia giunto a maturazione anche perchè il leader di Fli è strasicuro che tra Berlusconi-Bossi e Bersani-Vendola-Di Pietro, ci sia uno "spazio ampio" di cittadini che sono pronti ad abbracciare una terza opzione. Dice che non intende candidarsi a premier, si schermisce sulla leadership ma se lo si provoca sul suo ruolo di eterno delfino (prima di Berlusconi ora di Casini, provoca l'intervistatore), reagisce piccato e butta là la battuta sulla sua consumata esperienza di istruttore sub. Ogni occasione è buona per rimarcare, durante l'intervista, la distanza politica, ormai siderale da Berlusconi, che trova la sua cartina di tornasole nel ddl intercettazioni. Un provvedimento che punta a mettere il bavaglio ai giornalisti: «è illiberale e antidemocratico - ha protestato Fini - mettere in galera i giornalisti che pubblicano le intercettazioni». Ha quindi auspicato che non venga posta la fiducia: «Il governo mette la fiducia quando non si fida della sua maggioranza e allora se Berlusconi la pone avrà paura nello scrutinio segreto di quei tanti deputati che mi dicono 'non se ne può più».