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Nomina Bankitalia Grilli in vantaggio

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Berlusconi domani dovrà sciogliere il nodo del nuovo Governatore Nel Pdl a sorpresa danno favorito il direttore generale del Tesoro

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Lasettimana di Silvio Berlusconi ricomincia dai nodi che non sono stati sciolti nei giorni scorsi e che il premier vuole risolvere in tempi brevissimi. Per offrire l'immagine di un governo che, nonostante la pioggia di critiche che arrivano dalle opposizioni e dalla richiesta di voto anticipato, va avanti per la sua strada. Fino al 2013. Berlusconi su questo non ha intenzione di mollare di un centimetro, non vuole fare passi indietro. Sullo sfondo resta il contrasto con Giulio Tremonti e la difficoltà di capire chi comanda veramente dentro la Lega, se Roberto Maroni che sembra pronto ad andare anche ad elezioni anticipate oppure Roberto Calderoli, disposto invece a lavorare per far arrivare la legislatura alla sua scadenza naturale. Domani intanto il governo dovrebbe chiudere il toto-nomine per la poltrona di Governatore della Banca d'Italia e scegliere il successore di Mario Draghi. La partita è fra il direttore generale Fabrizio Saccomanni, il candidato che più piace a Berlusconi, Vittorio Grilli, direttore generale del ministero del Tesoro, appoggiato da Tremonti e dalla Lega e l'outsider Lorenzo Bini Smaghi, fino a pochi mesi fa membro del board della Bce. Voci all'interno del Pdl danno in vantaggio Vincenzo Grilli, anche se all'ultimo momento la situazione potrebbe rovesciarsi. La sua nomina significherebbe la vittoria di Tremonti e della Lega e potrebbe far riesplodere la protesta di quanti nel Pdl rimproverano al Cavaliere di darla sempre vinta, alla fine, al ministro dell'Economia. Ma Berlusconi ha anche il problema di capire cosa vuole fare la Lega sulla legge elettorale. Se è disposta a lavorare a un nuovo testo da approvare in tempi rapidi in Parlamento – e scongiurare così l'ipotesi di andare al voto anticipato – oppure se vuole cavalcare la protesta dei referendari. Nel Pdl la sensazione è che il premier chiederà a Bossi di aiutarlo a preparare una riforma che salvi il bipolarismo ma introduca le preferenze. E in questo modo disinnescare la mina del referendum. Berlusconi, però, vuole qualche risultato concreto da poter mostrare nell'immediato. E questo sarà il Decreto sviluppo al quale stanno lavorando sia i tecnici del ministero del Tesoro sia i partiti del centrodestra. Il termine ultimo che la maggioranza si è data è la metà di ottobre e giovedì ci sarà un'altra riunione a palazzo Grazioli della coalizione per esaminare tutte le proposte. Infine mercoledì arriverà alla Camera la legge sulle intercettazioni. Il testo è stato licenziato l'11 giugno del 2009, poi è stato modificato dal Senato il 10 giugno del 2010 ed è riapprodato alla Camera alla fine di luglio dello scorso anno. Ad animare il dibattito, la questione della pubblicazione degli atti, parzialmente risolta durante la discussione in commissione, ma ora tornata prepotentemente alla ribalta, con il centrodestra intenzionato ad inserire vincoli molto più stringenti. Pa. Zap.

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