Referendum, divisioni Lega-Pdl Calderoli: aprire fase costituente
Son davvero più vicine le elezioni, dopo le parole di ieri del ministro Maroni che ha apprezzato il referendum sulla legge elettorale? "Io penso che abbiamo davanti un grande obiettivo" che è quello di decidere se quella in corso può esser ancora una legislatura costituente che vari la "legge costituzionale sul federalismo". Così il ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, risponde al Tg1. Quanto al referendum elettorale, Calderoli ricorda che la Lega era a favore del "Mattarellum", ma, aggiunge, "fummo ricattati da Casini che voleva un meccanismo proporzionale, da Fini che voleva la lista bloccata, e da Berlusconi che voleva il premio di maggioranza". Il tutto con la complicità della sinistra che, quando andò al governo "non fece nulla per cambiarla". Non a caso, sottolinea Calderoli, "fui io il primo a definirla una porcata", da cui il nomignolo, coniato da Giovanni Sartori, "Porcellum". "Siamo davanti a un grosso obiettivo: trasformare l'attuale legislatura in una legislatura costituente per le riforme", ha detto Calderoli. "Il Nord cresce alla velocità della Germania, il Sud decresce alla velocità della Grecia. Con il federalismo metteremo le cose a posto - ha proseguito - Dobbiamo completare il federalismo fiscale e la riforma costituzionale". LACRIME DI COCCODRILLO "La paura del referendum e dell'indignazione popolare fa novanta. E il promotore della vergognosa legge elettorale rinnega la sua creatura", afferma il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando, che critica le "lacrime di coccodrillo" del ministro della Semplificazione. "Ne prendiamo atto, limitandoci a ricordare il danno devastante prodotto in questi anni dal Porcellum di Calderoli alla tenuta democratica del nostro Paese". "I cittadini ci rincorrevano per firmare non perché volessero esercitare un'azione di antipolitica, ma perché volevano esercitare un'azione politica - scrive sul suo blog il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro - Noi vogliamo una nuova legge elettorale. Però io credo che dobbiamo essere tutti d'accordo su tre precondizioni che devono esserci in qualsiasi nuova legge elettorale e per cui dobbiamo batterci tutti quanti. Il problema non è solo di legge elettorale: è anche di classe politica". "La prima regola - avverte l'ex pm - che dobbiamo applicare a noi stessi come codice etico e impegno collettivo, è che i condannati non debbano essere candidati. E se qualcuno venisse condannato definitivamente in costanza di mandato, deve decadere automaticamente". "La seconda regola - prosegue - prevede che se qualcuno è stato rinviato a giudizio non può assumere incarichi di governo né locale né centrale, quindi non può diventare né assessore né ministro. La terza regola - conclude - è: chiunque vada in Parlamento non deve assumere altri incarichi, nè doppi incarichi, neanche professionali.". DISEGNO DI LEGGE PD "Nel Partito democratico noi abbiamo idee diverse", interviene Rosy Bindi, presidente del Pd, durante un convegno dei suoi "Democratici davvero" a Chianciano Terme (Siena). "Abbiamo trovato una sintesi con un disegno di legge che abbiamo presentato. Lo strumento referendario è dei cittadini - dice Bindi - e un partito non deve sostituirsi. In questo Bersani ha ragione. Quando abbiamo capito che la partita era seria, allora ci siamo entrati e abbiamo contribuito". PDL: RIFORMA COSTITUZIONALE "La via maestra è quella di portare avanti la complessiva riforma costituzionale impostata dal ministro Calderoli con il concorso dei gruppi parlamentari della maggioranza", dice Fabrizio Cicchitto. In questo caso, prosegue il capogruppo Pdl alla Camera, si tratterè di "procedere anche ad una riforma del sistema elettorale che però continui ad assicurare la scelta del premier e della coalizione vincente anche attraverso il premio di maggioranza". INTRODURRE LE PREFERENZE "La legge elettorale che abbiamo adesso è un'ottima legge solo che si introducano le preferenze", ha detto il ministro della Difesa Ignazio la Russa a margine del nono raduno nazionale dell'associazione lagunari truppe anfibie in corso a Mantova. "L'opinione pubblica - ha detto il ministro - ormai si è convinta, giustamente, che i cittadini devono scegliere anche in tutto o in parte i parlamentari. E allora, cambiamo l'attuale legge elettorale in questo senso, non buttiamo il bambino con l'acqua sporca. La legge che abbiamo adesso è un' ottima legge; si faccia solo questo cambiamento. Semmai bisognerebbe cambiare il sistema del premio di maggioranza al Senato ma qui andiamo sul tecnicismo". "La cosa che interessa ai cittadini - ha aggiunto - è scrivere sulla scheda, come fanno alle Europee, alle Regionali e alle Comunali anche il nome del deputato che piace loro. Ma i cittadini vogliono anche continuare a sapere prima delle elezioni chi è il candidato presidente del Consiglio, qual è la coalizione che si candida a governare e qual è il suo programma. Non vogliono tornare ai meccanismi antichi quando loro votavano in un modo e i partiti, dopo, decidevano come volevano". E ha precisato: "Se si ritiene, dunque, di ritornare alle preferenze, in 24 ore possiamo metterci d'accordo. Se qualcuno, invece, pensa di spacciare questo cambiamento come un cavallo di Troia per ottenere altri risultati: primo, impedire ai cittadini di scegliere il presidente del Consiglio e di tornare ad avere dieci governo in dieci anni; se si pensa di fare una legge che faccia vincere chi abbia un voto in meno e non un voto in più come dice l'attuale legge, allora noi non siamo assolutamente d'accordo".