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Referendum, i Democratici si spaccano

Palloncini rosa in favore del Referendum

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Le firme raccolte per cambiare la legge elettorale finiscono per diventare un boomerang per il Partito democratico. Dopo le critiche dell'ex segretario Veltroni che, sul Corriere della Sera, ha detto che andare a votare ora sarebbe «una disavventura», e le tensioni con i Radicali, che alcuni democratici vorrebbero espellere dal partito, scoppia il caso referendum. L'ex premier Romano Prodi festeggia. Del resto, insieme con l'amico Parisi, è stato tra i primi a firmare, lo scorso 30 agosto. C'è, sottolinea Prodi, «un grande desiderio di cambiamento». «Non è soltanto un risultato soddisfacente - ha detto l'ex presidente del Consiglio - è un trionfo ed è il segno di un grande desiderio di cambiamento e di farla finita con una legge elettorale che ha umiliato i cittadini». Il primo a mettere il coltello nella piaga è Pierluigi Castagnetti. Il milione e duecentomila firme raccolte per il referendum elettorale sono un «risultato clamoroso», un «monito» rivolto dai cittadini al sistema politico e «soprattutto al Pd». Insomma, «è davvero un risultato clamoroso che conferma quanto gli italiani non sopportino l'idea di tornare a votare con una legge elettorale che sottrae loro il diritto di scelta». E se è «doveroso dare atto ad Arturo Parisi del coraggio dimostrato nel tentare un'impresa che sembrava disperata per il poco tempo a disposizione», Castagnetti sottolinea la «posizione ufficiale ambigua» del Pd, «che ha fatto arrabbiare i suoi elettori e li ha spinti ad andare a firmare ai banchetti». Invece i democratici sono chiamati «a superare pigrizie e incertezze di fronte alle scelte di cambiamento che chiedono gli italiani». Il segretario Bersani non ci sta: «Ho avuto molti ringraziamenti prima dell'estate quando sono stati messi i banchetti per la raccolta firme, mi aspetterei che ora che abbiamo raccolto centinaia di migliaia di firme ci fossero uguali ringraziamenti. Sono stupefatto». E insiste: «Non abbiamo promosso neanche gli altri quattro referendum, ma abbiamo raccolto firme, sostenuto la battaglia e portato alla vittoria. Abbiamo sostenuto il referendum elettorale con i nostri banchetti perché pensiamo - sottolinea - che possa essere uno stimolo alle riforme. Abbiamo dato infrastruttura alla società civile dando una mano alla raccolta firme. La nostra iniziativa ha messo un certo ordine sia per aiutare il referendum che per stimolare la riforma. Non vedo la ragione delle polemiche». Si fanno sentire anche i veltroniani, con Salvatore Vassallo che esprime «rammarico per un Pd tenuto alla finestra in ossequio a contorti equilibrismi, retropensieri conservatori o per scarso coraggio». Mentre il prodiano Mario Barbi, afferma: «Sarebbe bello ed elegante se ora Bersani lasciasse il cappello sotto i banchetti anziché metterglielo sopra». A fermare le critiche è la presidente del Pd Rosy Bindi: «Se le firme non fossero state raccolte, qualcuno ci poteva pure rimproverare, ma visto che è andata così bene...Se Castagnetti vuole, se ne può pure discutere ma i partiti si comportano come abbiamo fatto noi: non promuvono i referendum, aiutano a raccogliere le firme». Anche di questo si parlerà nella direzione di lunedì. L'ordine del giorno, ormai, è lungo.

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