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Il j'accuse di Della Valle divide la politica

Diego Della Valle

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"Politici ora basta". Il j'accuse di Diego Della Valle, proprietario della Tod's e patron della Fiorentina, contenuto su avvisi a pagamento pubblicati da alcuni giornali, divide il bersaglio delle critiche dell'imprenditore, ovvero il mondo della politica.  "A quei politici, di qualunque colore essi siano, che si sono contraddistinti per la totale mancanza di competenza, di dignità e amor proprio per le sorti del Paese che saremo sicuramente in molti a volergli dire di vergognarsi", attacca Della Valle che non fa distinzioni tra maggioranza e opposizione, tra centrodestra e centrosinistra. L'imprenditore, infatti, parla di "spettacolo indecente e irresponsabile" considerato "non più tollerabile da gran parte degli italiani e questo riguarda - spiega - buona parte degli appartenenti a tutti gli schieramenti politici".    PDL AL CONTRATTACCO Infuriata contro l'imprenditore la presidente dell'Assemblea nazionale del Pd, Rosy Bindi, plaudono invece Udc, Idv e Fli. E anche il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, condivide. Passa al contrattacco invece il Pdl. Il vicepresidente dei deputati pidiellini Massimo Corsaro ricorda come il Della Valle che oggi firma l'appello "Politici ora basta" sia lo stesso che, in realtà usufruendo di una norma varata dal governo Berlusconi nel 2009, "ha scudato 107 miliardi di euro riversandone meno di 5 nei capitali di quelle aziende per le quali si chiede quotidianamente un aiuto alle banche, allo Stato ed all'Ue". Dunque, rileva Corsaro, "il senso di responsabilità deve essere acquisito da tutti i protagonisti del dibattito pubblico". Per Fabrizio Cicchitto c'è "disegno di spazzar via le attuali forze politiche, sia quelle di centrodestra sia quelle di centrosinistra in nome non si sa bene neppure di che cosa". Vanno all'attacco dell'imprenditore anche i ministri delle Infrastrutture, Altero Matteoli ("Non merita commenti"), e della Difesa, Ignazio La Russa ("Ha bisogno di fare inserzioni perché quando parla senza pagare non lo ascolta nessuno").   APRONO LEGA E UDC Un altro ministro, quello dell'Interno, il leghista Maroni, invece non ci sta a liquidare un appello che ritiene "parzialmente condivisibile": "E' un grido di allarme di un imprenditore che tiene alto nel mondo il made in Italy e che non possiamo liquidare semplicemente. Lo stimo ed è un grande imprenditore, ha le sue opinioni e il coraggio di esprimerle pubblicamente, cosa che non tutti fanno, e gli riconosco questo merito". Contento "che ci sia una condivisione di responsabilità e un appello all'unione perché il Paese così non può andare avanti anzi va a fondo" è il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, secondo il quale è "giusto che si faccia fronte comune se c'è una buona politica e una buona imprenditoria". OPPOSIZIONI DIVISE Per il partito di Antonio Di Pietro, l'Idv, l'appello del patron di Tods va ascoltato e il finiano Carmelo Briguglio certifica "l'abbandono di Berlusconi da parte del suo blocco sociale. Gli hanno suonato il gong, la partita del premier in nome e per conto degli industriali italiani è finita. Berlusconi ne prenda atto e passi la mano". Per il segretario della Cgil, Susanna Camusso, la lettera di Della Valle, "è indicativa della difficoltà del nostro Paese e della difficoltà del giudizio che gli imprenditori incontrano quando vanno all'estero" ma, sottolinea, "il vero problema è che una grande parte della classe dirigente è stata a lungo tempo zitta e solo oggi ci si accorge quale situazione c'è, il silenzio delle imprese per così lungo tempo è stato preoccupante". Decisamente infastidita Bindi che sbotta: "Ma non si fa in questo modo. Ma è un avviso a pagamento su tutti i giornali? Mi dispiace che hanno speso i soldi così. Ora mi farò vedere con questa pagina e le Tods in mano, depositate da qualche parte. Mi rispetti almeno come consumatore. Sarò un'eccezione? Decida".  

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