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Romano sulla sfiducia: non temo il voto

Il ministro delle Politiche Agricole Francesco Saverio Romano

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L'appuntamento è per le 16 di oggi quando alla Camera verrà votata la mozione di sfiducia presentata dalla sinistra contro il ministro dell'Agricoltura Saverio Romano rinviato a giudizio dalla procura di Palermo con l'accusa di concorso in associazione mafiosa. E il responsabile del dicastero di via XX Settembre si mostra sicuro: «Non temo il voto, e non solo perché sono certo della tenuta della maggioranza: in Aula, quando avranno finito di ascoltarmi, tanti deputati dell'opposizione avranno una crisi di coscienza».   Eppure sulla tranquillità del ministro Romano non scommette la sinistra che con voce unanime continua a chiedere le sue dimissioni. Decisamente pungente è stato l'intervento del primo firmatario della mozione di sfiducia e segretario del Pd, Pier Luigi Bersani che valuta «doveroso» un passo indietro da parte del ministro: «Se non lo fa deve esserci un qualche motivo». Domani «si sa come votiamo», ha aggiunto il leader democratico smentendo così le possibilità ventilata da Romano di qualche defezione nel Pd, ma comunque «rimango stupito di come si possano sottovalutare palesi incompatibilità tra funzioni di Governo e inchieste delicatissime». In tutto ciò, ha concluso Bersani, «mi chiedo dove sia finita la Lega di una volta: si è persa nei boschi insieme alle ronde». Ironia immediatamente rispedita al mittente dalla Lega che con il capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni, rincara la dose: «Bersani vive fuori dal mondo. Se l'opposizione presenta una mozione di sfiducia la maggioranza si ricompatta e la respinge». Posizione che ricalca quella presa sabato scorso dal ministro dell'Interno Roberto Maroni e che dimostra come oggi non ci sarà alcuna spaccatura all'interno del Carroccio. Ma proprio sulla decisione della Lega di salvare il ministro si scaglia anche il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino: «Domani (Oggi, ndr) potrebbe essere scritta una bruttissima pagina della nostra storia repubblicana. E la responsabilità maggiore sarebbe della Lega, che votando a sostegno di Romano, tradirebbe le battaglie legalitarie e il sentimento della stragrande maggioranza degli elettori del Nord».   Di queste dichiarazioni sembra non spaventarsi lo stesso Romano al quale però oggi verrà tributato l'onore di una singolate protesta davanti a Montecitorio: il Popolo Viola ha organizzato «alle 15.30 una catena umana a difesa dell'istituzione Parlamento - si legge nel comunicato - per segnalare ai deputati che dovranno prendere posizione che la sovranità appartiene al popolo ed è solo in nome del popolo che si amministra lo Stato».

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