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Berlusconi: "Mi perseguitano, mi sento scoppiare"

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Il "balletto" tra le procure che si contendono il caso Tarantini continua. La prima vittima è lui, Silvio Berlusconi. Il Cav incassa tranquillo il voto su Romano, ma è altro a preoccuparlo. «Ci vuole una commissione d'inchiesta contro i magistrati. Mi sento dentro tanto da scoppiare, un giorno di questi vado in tv e spiego agli italiani la verità, racconto loro la persecuzione e l'accanimento che sto subendo da questi giudici che sono uno contro l'altro, prima cercano di incastrarmi con un reato, poi con l'altro, prima mi vogliono da testimone, poi da imputato», si sfoga in serata. Sulla competenza territoriale ancora una decisione definitiva non c'è. La procura di Roma resta in attesa. Al primo piano dell'edificio C di piazzale Clodio non sono ancora arrivati, da Napoli, tutti gli atti necessari al procuratore Giovanni Ferrara e all'aggiunto Pietro Saviotti per prendere una decisione definitiva sul «caso Tarantini». A mancare all'appello - documento ritenuto «determinante» per scegliere se inviare gli atti a Bari o sollevare il conflitto di competenza in Cassazione - l'informativa della Guardia di Finanza posta alla base del ricorso al tribunale del Riesame da parte dei pm napoletani, quella in cui sembra configurarsi l'ipotesi di istigazione a rendere falsa testimonianza da parte di Silvio Berlusconi. L'atto è stato già chiesto dagli inquirenti capitolini ai colleghi di Napoli e dovrebbe arrivare oggi. Subito dopo - questo viene lasciato intendere a piazzale Clodio - dovrebbe essere ufficializzata la decisione del trasferimento di tutto il fascicolo a Bari. «So che si fa urgente la necessità di definire la posizione di Valter Lavitola (l'ex direttore de L'Avanti!, oggi latitante, nei confronti del quale pende un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dai pm napoletani e che rischia di decadere se non rinnovata entro 20 giorni a partire dal deposito delle motivazioni del Riesame di Napoli, ndr) ma non voglio mettermi fretta - spiega il procuratore aggiunto Pietro Saviotti - un paio di giorni voglio prendermeli. Alcune cose da valutare ci sono». Sulla questione della competenza della procura barese incombe, però, l'incognita della «connessione» del fascicolo istruito a Napoli con quello avviato dalla procura di Lecce che indaga sul procuratore di Bari, Antonio Laudati per abuso d'ufficio, favoreggiamento personale e tentativo di violenza privata. L'ipotesi al vaglio degli inquirenti di Lecce è che il magistrato abbia rallentato l'indagine sulle escort. Quando arriveranno gli atti, i pm baresi potrebbero chiedere alla procura di Lecce se vi è connessione tra le due inchieste. Il quesito sulla competenza funzionale è «inderogabile» ai sensi degli articoli 11 comma 3 e 12 del Codice di procedura penale che disciplinano i «casi di connessione». Quando è un magistrato ad essere indagato, la competenza ad indagare sui procedimenti connessi - dice la legge - è dello stesso pm che indaga sul collega. Potrebbe quindi essere la procura di Lecce a dire se vi è o meno un'eventuale connessione. È quanto auspica anche Roma. «Il "porto delle nebbie", come ci definiscono i giornali, quando Perugia ha indagato Achille Toro per l'inchiesta sul G8 e i "grandi eventi" ha mandato subito alla procura umbra il fascicolo. A Bari, dove la nebbia dovrebbe essere più diradata, speriamo facciano altrettanto», si vocifera tra le mura della cittadella giudiziaria. Il "risiko" tra procure, insomma, continua. Quel che sembra certa è l'iscrizione di Berlusconi e di Lavitola nel registro degli indagati: un atto dovuto della procura di Bari non appena ricevuti gli atti. L'ennesimo.

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