Nomine senza maggioranza
GianniDi Capua Passano le nomine Rai, ma le polemiche restano. Il pacchetto di nove nomi presentato dal dg Lorenza Lei, rimasto al palo nella scorsa seduta per i veti incrociati dei consiglieri, è stato approvato con maggioranze variabili, confermando la spaccatura netta del cda. Antonio Di Bella e Marcello Masi assumono le direzioni di Raitre e Tg2 ma è su voti e assenze strategiche che si apre una nuova polemica, che porta il Presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, a dichiarare lesa l'autonomia del servizio pubblico e il Presidente Garimberti a criticare la maggioranza e i «fattori esogeni» che hanno inciso sulle deliberazioni del Cda. Su Antonio Di Bella e Marcello Masi il consigliere Angelo Maria Petroni, rappresentante del Tesoro, esce dalla sala del Consiglio. Gli altri tre si astengono. Gli stessi che all'epoca della prima nomina di Di Bella a Raitre dopo l'uscita di Paolo Ruffini, votarono a favore. «Mi riesce difficile capire che cosa sia successo, soprattutto perché, in una precedente occasione, uno dei candidati, Antonio Di Bella, aveva ricevuto la quasi unanimità del Consiglio», ricorda il Presidente Paolo Garimberti, duro sui «fattori esogeni» che sembra «abbiano inciso ancora una volta sugli umori del Consiglio. Personalmente sono estraneo a questa astrusa ingegneria gestionale e relazionale che porta a spaccature del Consiglio e alla moltiplicazione di poltrone contro cui ho votato». Pesante anche il giudizio del Presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, per il quale con le nomine di ieri si riflettono «la divaricazione tra le diverse appartenenze politiche» e il voto «contraddice ogni proposito di autonoma gestione del Servizio pubblico». Due nomine che per Garimberti richiedevano quindi un ampio consenso, anche quello di Masi, sostenuto all'unanimità dal Cdr del Tg2 al termine del suo interim. La maggioranza ha votato invece compatta sui direttori di Gr Parlamento e Rai Parlamento, Giovanni Miele e Gianni Scipione Rossi, ma soprattutto sulle tre condirezioni (Simonetta Faverio, Giorgio Giovannetti e Gianfranco D'Anna per il Gr3, posizioni lasciate "aperte" dopo la scomparsa di Riccardo Berti, che da direttore di Rai Parlamento, era condirettore di Gr Parlamento e Gr tre). Nomine bocciate, invece, dall'opposizione perché «assurde e inutili», dice Nino Rizzo Nervo: «Mai era avvenuto che la proposta del direttore generale per la nomina dei direttori di due importanti direzioni, quali sono Rai3 e Tg2, passasse con soli quattro voti». Nomine da «moltiplicazione di poltrone», dice Garimberti, anche lui contrario. Per Di Bella un ritorno importante e la missione, dice il neo direttore, di «rafforzare Raitre» recuperando «voci che non ci sono più», l'ultima quella di Serena Dandini.