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"I soldi non ci sono". I costruttori si ribellano

Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, all'Assemblea annuale dell'Ance

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«I soldi purtroppo non ci sono». Poche parole, concetto chiarissimo. È la frase chiave, quella che i rappresentanti dell'Associazione nazionale costruttori edili non avrebbero mai voluto sentirsi dire, quella che ha innescato le proteste che hanno investito il ministro Altero Matteoli durante il suo intervento all'assemblea dell'Ance. Chi si aspettava soluzioni immediate alla crisi persistente è rimasto deluso. I costruttori denunciano l'inerzia del governo verso il settore, ma il ministero rimanda le accuse al mittente: «Sono state due persone a contestare il ministro, due di numero», ha smorzato Matteoli attraverso il suo portavoce, facendo sapere comunque di capire «lo stato d'animo di quelli che contestano perché si trovano in una situazione difficile e noi questo lo sappiamo. Se fossimo stati in condizione di andare da queste persone e offrire loro un miliardo di euro - ha aggiunto - saremmo state le persone più felici di questo mondo, ma i soldi purtroppo non ci sono». Spiegazione disarmante, che però non ottiene il risultato di smorzare le polemiche: «Il ministro è miope e non si accorge che i problemi della nostra categoria stanno diventando insostenibili», ha ribattuto il presidente dei giovani dell'Ance, Alfredo Letizia. «Già un anno fa - ha aggiunto - si presentò all'assemblea senza soluzioni, ma in quell'occasione preferimmo alzarci senza fare troppo rumore, stavolta invece abbiamo voluto dare un segnale forte». Inevitabile, nell'Italia del bipolarismo avvelenato, che sull'episodio si creassero immediatamente due schieramenti opposti: «Le contestazioni non mi stupiscono - ha detto Roberto Reggi, sindaco di Piacenza e vicepresidente Anci - e riflettono il disagio che gli operatori del settore quotidianamente condividono con noi. Più volte e in diverse sedi abbiamo rappresentato invano l'esigenza di sbloccare quantomeno le risorse finanziarie disponibili nei bilanci dei Comuni per ridare fiato all'economia». Difende il ministro il sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino: «L'assemblea dell'Ance non può essere rovinata da pochi contestatori spinti dall'esterno. Ho ascoltato con attenzione la relazione del Presidente Buzzetti, nella quale vi era certo l'amarezza per gli effetti della crisi, ma vi era una forte attesa per il Decreto infrastrutture e sviluppo cui stanno lavorando intensamente i ministri Matteoli e Tremonti attraverso precise richieste. La contestazione di pochi non può rovinare le attese, molte giuste, del grande mondo dell'edilizia che invece può dare una grande spinta alla ripresa economica del nostro Paese». Strumentale o meno, il problema di fondo sollevato dalla contestazione esiste: «Il governo non sottovaluti il malessere del settore - ha detto Correale, segretario generale Feneal Uil -. Basta con le promesse senza fatti. Semplificare non basta, si devono sdoganare risorse e decidere tempi rapidi e rigorosi. Il governo non può meravigliarsi se fra i costruttori emerge un malumore rispetto alla ripetizione di promesse senza risorse e senza impegni precisi». Una risposta concreta potrebbe arrivare la prossima settimana, data entro la quale il Governo conta di varare l'attesissimo «decreto sviluppo».

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