Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Isabella Rauti non è come Nicole Minetti: rivolta rosa nel centrodestra

default_image

  • a
  • a
  • a

Ilcaso è scoppiato ieri per un'affermazione del coordinatore lombardo del Pdl, Mario Mantovani. In risposta al sindaco di Roma Gianni Alemanno, che aveva invitato a non candidare «mai più Minetti nei Consigli regionali», Mantovani ha replicato: «Alemanno non è titolato a fare quelle osservazioni. Nel listino della Regione Lazio ha messo sua moglie, Isabella Rauti. Per cui stia zitto». Ne è nato un putiferio che ha coinvolto tantissime donne impegnate in politica, a destra e a sinistra. Dal canto suo, la Rauti l'ha presa con un sorriso e ha indossato il cappello, regalatole da un gruppo di sostenitrici, con la scritta: «Sotto il cappello sono anche meglio» (in polemica con la maglietta indossata dalla Minetti con la scritta «Senza t-shirt sono ancora meglio»). «Non è una questione personale, parlano i fatti, ma è una questione politica molto importante, nessuno mi trascinerà mai in una polemica con un'altra donna» ha detto la Rauti. Ed è subito tornata (e già questo è significativo) sul terreno politico, invitando ad abolire il listino, la formazione di 13 persone collegata direttamente alla vittoria del candidato alla presidenza della Regione e dunque non sottoposta alle preferenze. «Quello che interessa - ha spiegato la Rauti - è l'oggetto del contendere perché sia all'interno che al di fuori del partito c'è un sentimento diffuso che è l'esigenza di una riforma del sistema elettorale ovvero un ritorno alle preferenze, l'introduzione di primarie in tutti i livelli, la possibilità per i cittadini di scegliere i candidati e non di vedersi catapultati dall'alto». Tantissimi gli interventi dei politici a favore della consigliera laziale del Pdl. Mentre il marito, il sindaco Alemanno, ha scritto sul suo profilo Facebook: «Paragonare Isabella Rauti a Nicole Minetti è un atto di demenza che si commenta da solo. Isabella fa politica da quando aveva 13 anni e ha un curriculum che parla da solo. Rimane il fatto che le liste bloccate vanno abolite in tutti i casi. Con le preferenze e le primarie tutti gli eletti saranno scelti dalla gente, senza candidati calati dall'alto. E le chiacchiere staranno a zero». Poche le voci dissonanti, tra cui quella del leader de La Destra Francesco Storace: «Questa polemica scatenata da Alemanno nel Pdl sui listini non si sopporta più. È vero che la Rauti fa politica da giovanissima e le fa onore. Ma anche Adriano Tilgher. O chiunque tra i candidati de La Destra esclusi dal listino, caro Gianni».

Dai blog