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Tutti i delfini dell'acquario Pdl

Il premier Silvio Berlusconi

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La sfida è già iniziata. Berlusconi è ancora in campo ma alle prossime elezioni non sarà lui il candidato del centrodestra. Per questo alle sue spalle nel Pdl si sta scatenando la corsa alla poltrona di premier. L'erede designato, per il momento, sembra essere Angelino Alfano. Ma attorno a lui si stanno muovendo almeno altri tre pretendenti: il leghista Roberto Maroni, la faccia presentabile e dialogante della Lega, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Tutti e quattro accomunati dall'idea che la partita bisogna giocarsela ora perché le elezioni si faranno il prossimo anno. Il segretario del Pdl, da quando è stato «acclamato» il primo luglio, ha affrontato e risolto qualche situazione difficile – come ricompattare il partito in vista del voto sulla manovra economica – ha avuto il mandato di trattare con la Lega nei momenti di maggiore tensione, ed è quello che più ha possibilità – in un nuovo centrodestra – di attirare Pier Ferdinando Casini. Da due giorni, poi, ha rimesso in campo il progetto di fare una nuova legge elettorale, complice la possibilità di un referendum, operazione che porterebbe automaticamente a nuove elezioni. «Noi siamo per capovolgere il sistema elettorale, per cui oggi i parlamentari sono calati dall'alto. Noi vogliamo un sistema di deputati che siano spinti dal basso», ha spiegato ieri parlando a Sciacca a un convegno di «Generazione 30». Un sistema di primarie che Roberto Formigoni chiede insistentemente che vengano fatte anche per scegliere il futuro leader del centrodestra. Il Governatore della Lombardia e il segretario sono in ottimi rapporti, Alfano è stato ospite ai convegni di Rete Italia, la Fondazione di Formigoni, ma i due potrebbero trovarsi presto in competizione. Il presidente lombardo sa che questa è la sua ultima possibilità di entrare nel giro, anche perché dopo quattro mandati al Pirellone non si candiderà più. Così ha iniziato a muoversi per prepararsi al voto e ieri ha spiegato senza mezzi termini che le elezioni ci saranno l'anno prossimo: «Le primarie per la scelta del nostro candidato premier vanno fatte al massimo nel gennaio 2012. Abbiamo fretta perché io prevedo che verrà ammesso il referendum elettorale non gradito né a noi né ai nostri alleati e quindi immagino che le elezioni nel 2012 siano la probabilità più vicina». «Mi fa piacere che Alfano abbia confermato la necessità di primarie a tutti i livelli - ha proseguito – E poiché ieri La Russa ha detto che Berlusconi non si ricandiderà, bisogna attrezzarsi rapidamente anche per scegliere il nostro candidato premier per le politiche». Annuncio fatto alla tre giorni di riunioni a Roma proprio dei circoli della Nuova Italia di Gianni Alemanno. Un palcoscenico per il sindaco che un pensiero alle primarie lo sta facendo. E per oggi, intanto, l'esponente del Pdl ha annunciato la presentazione di un documento da presentare al governo per «affrontare la crisi economico-finanziaria in una chiave di crescita e cioè rimettendo in moto lo sviluppo». Il problema maggiore di Alemanno è però la Lega, con la quale i rapporti sono pessimi, anche se ieri il sindaco di Roma ha provato a tendere di nuovo timidamente la mano a Maroni definendolo «il miglior ministro che abbiamo insieme a Giulio Tremonti». Ma nei confronti del responsabile dell'Economia c'è spazio anche per un rimprovero: «Per costruire il futuro dobbiamo fargli capire che il più grande investimento utile è fare crescere il Paese e non chiudersi nel fortino della difesa dei conti pubblici». Roberto Maroni è il più debole del quartetto perché difficilmente un leghista potrebbe prendere la leadership della coalizione. Ma il ministro dell'interno potrebbe essere l'outsider, ha dalla sua il fatto di aver lavorato bene e di essere la parte più «presentabile» del Carroccio.

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