La «Fase 2» più riforme e collegialità
.Quella che va ad iniziare è una settimana ad alta tensione per il governo. Non tanto per la possibilità di crisi ma piuttosto perché potrebbe alzarsi ancora di più il livello di scontro con l'opposizione. Non ci saranno sorprese sull'«esame» al ministro delle politiche agricole, il centrodestra voterà compatto la fiducia. Compresa la Lega che comunque è alle prese con le contestazioni della base che poco ha gradito il voto su Marco Milanese e poco gradirà quello di mercoledì. Ma se la tentazione dei leghisti è quella di fare uno sgambetto al governo – ragionano all'interno della maggioranza – l'occasione giusta era quella della scorsa settimana con il voto sull'ex braccio destro di Giulio Tremonti. L'opposizione non perderà comunque l'occasione per alzare il tono dello scontro e cercare una sponda con il partito di Umberto Bossi. E soprattutto con Maroni. Ma questa sarà anche la settimana in cui Berlusconi dovrà mettere in pratica quello che è stato deciso nel vertice di maggioranza dei giorni scorsi, una maggiore collegialità nelle decisioni. Una svolta che dovrà accettare soprattutto Giulio Tremonti, nei confronti del quale c'è molta freddezza anche da parte del premier. Il nuovo corso è quello che il capogruppo di «Popolo e Territorio» Silvano Moffa chiama la «Fase 2» del governo, quella che dovrà portare alle prossime elezioni rimpinguando la dote di riforme che la maggioranza potrà spendere in campagna elettorale. Una collegialità che verrà istituzionalizzata con gli «incontri del giovedì», giorno in cui ogni settimana Berlusconi si è impegnato a riunire capigruppo e vertici della coalizione per fare il punto della situazione e decidere, di volta in volta, provvedimenti e strategia. «È una richiesta arrivata un po' da tutti i partiti – spiega Silvano Moffa – e Berlusconi ha accettato di tornare a fare da mediatore tra il governo e il Parlamento». Mercoledì poi il governo si è impegnato a portare in Consiglio dei ministri il decreto sullo sviluppo. Un testo sul quale poi è già previsto che lavoreranno i partiti del centrodestra per arrivare a una versione definitiva da approvare in Parlamento entro la metà di ottobre. Gli altri due temi che restano in agenda sono il disegno di legge sulle intercettazioni e la nuova legge elettorale. Il primo provvedimento dovrebbe arrivare all'esame della Camera subito dopo il voto sul ministro Romano. Ma l'aula deve finire di approvare alcuni testi e il ddl potrebbe slittare alla prossima settimana. Apertissima, invece, la partita sulla nuova legge elettorale. «Berlusconi è disponibile a cambiarla – racconta ancora Moffa – ed è anche disponibile a confrontarsi con l'opposizione. A patto che rimanga il maggioritario».