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Doppia manovra della Bce: taglio dei tassi e sostegno alle banche con l'acquisto di bond

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«Itagli dei tassi non sono del tutto esclusi» ha detto Yves Mersch, Governatore della banca centrale del Lussemburgo e membro del consiglio direttivo della Bce. L'istituto centrale ha preso nota del «netto rallentamento dell'economia» ha aggiunto Mersch. Intanto le banche europee restano sulla prima linea del fronte nella crisi del debito sovrano e sperano nel varo delle misure straordinarie per contrastare la inevitabile necessità di maggiori capitali a seguito delle perdite sui titoli di Stato dei Paesi in difficoltà, una richiesta avanzata anche dall'Ue che chiede un forte aumento del patrimonio. Non è un caso che proprio l'ipotesi di un «Tarp» europeo, ancora peraltro tutta da definire nei tempi e nella potenza di fuoco disponibile, abbia fatto breccia in molti vertici di grandi istituti bancari sulle due sponde dell'Oceano, in diversi rapporti di banche d'affari e sia stata quindi salutata dai mercati con decisi rialzi del titoli del comparto, anche a due cifre. Ma prima dell'entrata in azione dello strumento modellato sulla falsariga di quello che nel 2008 salvò il sistema americano dopo il collasso di Lehman, già la Bce potrebbe dalla prossima settimana riaprire il programma di acquisto dei covered bond emessi dalle banche, assieme ad altre misure tese a sostenere gli istituti di credito. Il componente del comitato esecutivo di Francoforte Lorenzo Bini Smaghi è stato esplicito: la Banca Centrale Europea farà ciò che sarà necessario per sostenere le banche della Ue. «Per quanto riguarda la liquidità alle banche, la Bce c'è: Bisogna rassicurare i mercati», ha sottolineato Bini Smaghi. E secondo alcune voci l'istituto centrale potrebbe anche reintrodurre i prestiti a 12 mesi e, come misura estrema, anche tagliare i tassi di interesse. Secondo JpMorgan infatti gli istituti del Vecchio Continente, specie quelli francesi, versano in condizioni difficili con una necessità di capitale di 150 miliardi di euro e gli stati potrebbero decidere di agire in maniera autonoma prima della concretizzazione di meccanismi europei. Parigi potrebbe così iniettare dai 15 ai 20 miliardi nel sistema (di cui 5,5 a Societè generale e 600 milioni a Bnp), seguita poi dalla Germania. Uno scenario peraltro già smentito. In ogni caso per le banche europee la richiesta di maggiore capitale appare inevitabile. Secondo il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn una ricapitalizzazione degli istituti dovrebbe essere parte dello sforzo dell'eurozona per arginare la crisi del debito sovrano. «Una forte ricapitalizzazione per ridurre i rischi di un congelamento del credito e prevenire un ulteriore rallentamento della crescita economica che si sta ora verificando in Europa e negli Stati Uniti».

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