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Di Pietro: "Premier via o ci scappa il morto"

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Alla vigilia del voto sul destino giudiziario di Marco Milanese, la tensione è alle stelle. I mercati, la crisi internazionale, le inchieste sul premier. Una miscela esplosiva. Ci pensa Antonio Di Pietro a gettare benzina sul fuoco, sottolineando «la grande responsabilità politica di un governo che non ha più nulla da dire o da dare e che, chiuso nel suo bunker, pensa di poter ancora governare il Paese mentre nel Paese sta sbocciando la rivolta sociale. Prima che ci scappi il morto, mandiamo a casa questo governo». Parole forti, che inevitabilmente hanno suscitato polemiche e nuovi contrasti. Per Di Pietro «il governo e la sua maggioranza parlamentare non ci sono più. Domani sarà la cartina di tornasole per verificare se in Parlamento c'è ancora qualche parlamentare di maggioranza che ha un po' di dignità e di onore» scrive il leader dell'Idv sul suo blog. «Il Parlamento deve decidere se dare l'autorizzazione all'arresto o meno. È agli atti che non v'è alcun fumus persecutionis, né alcun intento persecutorio - aggiunge Di Pietro - lo ha dimostrato ancora ieri il gip di Napoli, dicendo che, a seguito delle ulteriori indagini svolte, si è accertato che le dazioni di pagamento sarebbero avvenute a Roma e che, quindi, è Roma la Procura competente». Il problema non è solo Milanese, prosegue Di Pietro: «Il problema è la degenerazione di questo Parlamento, di questa maggioranza parlamentare e del suo governo che, mentre il mondo brucia, mentre l'Italia va a pezzi, mentre il Paese ha bisogno di interventi urgenti in materia economica, sociale, di rilancio della produzione industriale e di diritti civili - spiega Di Pietro - tiene impegnato il Parlamento per dire no all'arresto di un deputato accusato di essersi macchiato di gravi reati». Si fa sentire anche il Popolo Viola che oggi alle 12 sarà in piazza Montecitorio. «Porteremo i nostri 5 cent - si legge nella pagina Facebook e su Twitter - Monete che utilizzeremo per comprare delle arance a Marco Milanese, nel caso il Parlamento decida che è un cittadino come tutti noi e che quindi si debba procedere nei suoi confronti. Nel caso invece che la maggioranza dei deputati decida di difendere la Casta fino in fondo, utilizzeremo le monete raccolte per comprare una copia della Costituzione Italiana. Chissà che la lettura della nostra preziosa Carta non gli ricordi che i cittadini sono uguali di fronte alla legge».   Prova a riportare il confronto sul terreno politico il leader del Pd Pierluigi Bersani che prende in considerazione l'ipotesi di presentare una mozione di sfiducia: «Non escludiamo niente che possa favorire un cambiamento ma bisogna valutare come le iniziative dell'opposizione possono determinarlo oppure provocare un ulteriore avvitamento della maggioranza» spiega. Il numero uno dei Democratici ha avuto un lungo colloquio, alla buvette della Camera, con Roberto Maroni. Il ministro dell'Interno che due giorni fa ha incontrato il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e ieri ha visto il presidente del Senato, Renato Schifani, si è trattenuto anche con l'ex segretario del Pd Veltroni. Bocche cucite, ovviamente. Nel frattempo il Pdl condanna le espressioni del leader dell'Idv Di Pietro e la manifestazione prevista per oggi e va all'attacco: «Di Pietro che parla di morto e il popolo viola che incita a tirare le monetine davanti alla Camera stanno sul terreno dell'irresponsabilità più pura» sottolinea il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. «Sul caso Milanese - aggiunge - la Camera non può decidere accerchiata da questo tipo di pressioni e minacce». Netto anche il portavoce del Pdl Daniele Capezzone: «Di Pietro ha toccato il fondo. Con la sua frase di oggi e il suo "prima che ci scappi il morto", l'ex pm si conferma un incendiario irresponsabile. Ora il Pd ha il dovere politico di rompere con chi usa questi toni e soffia sul fuoco, in una situazione già delicata». In campo anche la deputata del Pdl Beatrice Lorenzin: «Che il governo debba andare a casa o può scapparci il morto è una dichiarazione infelice o, peggio, priva dei fondamentali democratici. La frase dell'onorevole Antonio Di Pietro è agghiacciante e dovrebbe forse spiegarla meglio anche a Bersani, che conta su Di Pietro per preparare l'alternativa di governo». L'Italia dei Valori fa quadrato: «Di Pietro ha detto solo la verità. Il vero problema è che il governo e la maggioranza non rispondono alle esigenze sempre più impellenti degli italiani» sottolinea il presidente dei senatori Idv, Felice Belisario. Il clima è incandescente. C'è anche preoccupazione per il 15 ottobre quando si svolgerà la giornata internazionale della rabbia. Ad alimentare i timori un post apparso sul sito web Indymedia, in cui si parla, riferendosi proprio al 15 ottobre, di «un'occasione unica. Sicuramente le forze di polizia ci attaccheranno anche non dovesse esserci il minimo intento conflittuale (che comunque ci sarà e deve esserci da parte nostra)». In attesa di questi giorni caldi, il settimanale Panorama in edicola oggi, ha rilanciato una voce per cui l'intelligence e l'antiterrorismo avrebbero manifestato timori per una possibile rivolta urbana con incidenti di piazza per far cadere il governo.

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