Napolitano chiede certezze sui conti
Un faccia a faccia di un'ora e venti. Con il presidente della Repubblica preoccupato per la situazione economica e rassicurato da Berlusconi sulla volontà di arrivare a rimettere in sesto i conti e rilanciare l'economia dell'Italia. Il premier, arrivato al Quirinale verso le cinque e mezza, ha ribadito prima di tutto la ferma volontà di andare avanti sicuro dei numeri in Parlamento e convinto di poter varare tutte le iniziative anticrisi richieste anche dal Capo dello Stato. Napolitano, invece, avrebbe ribadito con forza la necessità di decisioni condivise per superare una crisi economica delicatissima, con una maggioranza però in grado di garantire i numeri necessari alle Camere. Ed è questo il punto sul quale ha insistito il Capo dello Stato, una vera e propria prova dei numeri per affrontare e risolvere i problemi senza la quale non sarebbe possibile, secondo Napolitano, andare avanti. Nel lungo colloquio al Quirinale c'è stato anche uno scambio di vedute sulla successione di Mario Draghi al vertice di Bankitalia. Una procedura avviata ma ancora lunga che dovrebbe terminare con l'arrivo di Fabrizio Saccomanni, si spiega in ambienti parlamentari, alla guida dell'Istituto di via Nazionale. E al termine di tutta la procedura – raccontano alcune fonti parlamentari – il presidente della Repubblica eserciterà le sue prerogative. Ma su Giorgio Napolitano ieri è intervenuto anche Umberto Bossi, dopo le polemiche seguite al suo intervento contro le proposte di secessione. «Ognuno deve fare le sue cose – ha risposto il leader della Lega – Andrò da lui. A me questo presidente è simpatico anche quando ci attacca. Io credo che ognuno è libero di pensarla come vuole». Sugli attacchi della Lega a Napolitano per il suo duro commento sulle ipotesi di secessione, in mattinata era intervenuta la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro: «Dopo Reguzzoni, la cui successiva smentita è stata in realtà una conferma, è la volta di Salvini, che su Napolitano ha pronunciato parole in libertà». «Gli esponenti della Lega, che peraltro siedono nel Parlamento italiano e in quello europeo, devono smetterla – ha proseguito – Gli attacchi al Capo dello Stato sono ingiustificabili e intollerabili, specie in un momento così critico per il nostro Paese in cui il Presidente Napolitano rappresenta un imprescindibile punto di riferimento e di responsabilità per lo Stato e per gli italiani».