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L'opposizione spera nello sgambetto Milanese

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Siparla di «settimana della morte» e di «corsa ad ostacoli». Ma nulla per ora, si aggiunge, riesce a dare un'idea esatta di ciò che la maggioranza dovrà affrontare nei prossimi sette giorni di lavori parlamentari. Il primo appuntamento, domani alle 12, rischia di essere il più pericoloso. La Camera dovrà dire sì o no all'arresto dell'ex braccio destro di Giulio Tremonti, Marco Milanese, chiesto dalla Procura di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulla P4. Il voto, su richiesta di deputati di Idv-Pd- Fli, sarà a scrutinio segreto. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa cerca di rasserenare gli animi dicendo che, se anche non si riuscisse a «salvare» l'uomo sinora più vicino al ministro dell'Economia, non ci sarebbero ripercussioni per il governo. Né tantomeno per Tremonti. Eppure nel centrodestra non si nasconde una certa fibrillazione. Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, ad esempio, annuncia l'intenzione di porre al presidente di Montecitorio Gianfranco Fini la questione della «regolarità del quorum». Tradotto: senza il deputato berlusconiano Alfonso Papa, attualmente detenuto a Poggioreale, la Camera non ha il quorum necessario per sostenere una votazione delicata come quella su Milanese. Ma l'opposizione attacca: l'articolo 68 della Costituzione, spiega, serve proprio a questo. Si vota sull'autorizzazione all'arresto perchè si deve decidere sull'integrità dell'Assemblea. E se si decide di dire sì alle manette per un parlamentare lo si fa ben sapendo che da quel momento in poi il quorum non sarà più lo stesso. Quindi, commenta Donatella Ferranti (Pd), sollevare questioni del genere «non ha senso». Quello su Milanese, incalza il segretario Pd Pier Luigi Bersani, è un voto che «può accelerare la crisi di governo». E determinante su questo fronte sarà la Lega. Che per ora non scioglie la riserva. Il Senatur vedrà il gruppo dei suoi stasera. E fino ad allora nessuno è in grado di azzardare un pronostico. Anche perché sulla vicenda pende un'altra incognita: il voto segreto rischia di essere «controllato». Tutto dipende da come si inserisce la mano nella postazione elettronica predisposta per il voto. Se l'indice è spostato tutto a sinistra sarà sì (tasto verde). Altrimenti sarà tutto sulla destra. Già nel caso Papa, si riuscì a «controllare» il voto di molti parlamentari. E giovedì si tenterà di fare il bis. Stavolta nelle file del Carroccio. Altro appuntamento insidioso è quello del 27 febbraio, quando l'Aula dovrà votare la mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell'Agricoltura Saverio Romano presentata dal centrosinistra. Il voto stavolta sarà palese. Ma anche in questo caso la Lega sarà in difficoltà perché se opterà per il «salvataggio» sarà difficile poi giustificare la scelta a propri elettori.

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