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In aula governo battuto per colpa degli assenti

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L'opposizioneriesce a far passare quattro emendamenti del Partito democratico alla normativa sullo sviluppo degli spazi verdi urbani ed a respingere la richiesta, avanzata dal relatore Angelo Alessandri, di rinviare il provvedimento in commissione per evitare i danni. Risultato? Il testo, uno di quelli ritenuti non particolarmente «pesanti», diventa un caso politico e viene stravolto: anche perché alla fine il governo, pur di evitare di essere battuto ancora a ripetizione, si rimette all'Aula su tutte le richieste di modifica del testo, anche quelle senza copertura finanziaria, dell'opposizione che esulta con applausi e gridando «dimissioni» ai banchi dell'Esecutivo. Oscilla tra gli 8 e i 12 voti lo scarto con cui il governo viene battuto. Dai tabulati emerge che gli assenti del Pdl erano 54 su 219: 28 in missione e 26 non partecipanti al voto. Meno rilevanti, invece, le assenze nei banchi della Lega, che pure ha votato contro l'articolo del testo che pone dei stringenti vincoli ai comuni rispetto all'obbligo di piantare un albero per ogni neonato. Per il Carroccio non hanno votato in sette su 59: cinque erano in missione mentre gli assenti a tutti gli effetti erano tre. Tutto va in scena in un arco di tempo abbastanza breve. Il governo va «sotto» al primo emendamento dell'opposizione su cui l'Esecutivo esprime parere contrario. Alla seconda «sventola» il relatore Alessandri prova a mettere una pezza chiedendo il rinvio in commissione del testo. Ma la sua richiesta, condivisa dal governo, viene bocciata dall'opposizione che, poco dopo, incassa altri due inattesi sì ad altrettanti propri emendamenti mentre i deputati del Pdl si guardavano tra loro, come a cercare di rendersi conto di chi mancasse all'appello. Curiosità subito soddisfatta dal tabulato: al netto dei deputati in missione (per la maggior parte membri del governo), mancano all'appello i voti del segretario Pdl, Angelino Alfano, dei ministri Anna Maria Bernini, Renato Brunetta, Mara Carfagna, Di Giuseppe Angeli, Antonio Angelucci, Sabatino Aracu, Luca Bellotti, Margherita Boniver, Giuseppe Calderisi, Fiorella Ceccacci, Nicolò Cristaldi, Marcello De Angelis, Pietro Franzoso, Niccolò Ghedini, Rocco Girlanda, Maurizio Lupi, Dore Misuraca, Alfonso Papa, Antonio Pepe, Mariarosaria Rossi, Claudio Scajola, Umberto Scapagnini e Denis Verdini. «Senza voto di fiducia la maggioranza non c'è più», tuona il capogruppo del Pd Dario Franceschini, mentre il governo alla fine alza bandiera bianca: «Il governo si rimette all'Aula su tutti gli emendamenti, evidenziando che si vota qualcosa che non ha copertura finanziaria», annuncia grave il sottosegretario all'Ambiente Elio Belcastro. Ma a quel punto il danno è fatto: solo in una nuova lettura al Senato si potrà porre rimedio.

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