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Scatta il reato penale per gli evasori

Giulio Tremonti

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La tagliola della finanza scatterà con soglie di evasione più basse. La nuova stagione della lotta all'evasione comincia con la definizione delle nuove soglie di rilevanza penale per i reati fiscali stabilite con la manovra economica. Sarà sufficiente un'imposta evasa di 30mila euro per far scattare i reati di dichiarazione fraudolenta o di omessa dichiarazione e di 50mila per quello di dichiarazione infedele. Con le nuove disposizioni, spiega il direttore centrale dell'accertamento dell'Agenzia delle Entrate Luigi Magistro, «si amplia enormemente la platea degli evasori che rischieranno di rispondere penalmente per l'evasione: prima si trattava di alcune decine di migliaia, ora sono alcune centinaia di migliaia». L'obiettivo, sottolinea comunque Magistro, «non è di intasare le procure, ma di fare di queste nuove soglie un deterrente, invogliando così l'evasore a uscire dall'orbita penale e a pagare più imposte». La condizionale si articola infatti in base ai precedenti penali di una persona: in sostanza, per gli evasori recidivi, si aprirebbero le porte del carcere anche per infrazioni al di sotto della soglia dei 3 milioni di euro. La nuova norma, aggiunge comunque Magistro, «colpisce esclusivamente chi evade in modo plateale, assumendo comportamenti intenzionalmente diretti a non pagare le imposte. Al contrario, la disposizione non colpirà chi, in buona fede, interpreta in modo errato le norme fiscali». Per i reati di utilizzo o di emissione di fatture false non vengono invece previste soglie. Per comprendere la portata del provvedimento basti pensare che, fino ad ieri, chi ometteva la presentazione della dichiarazione commetteva un reato se l'ammontare dei redditi non dichiarati ai fini Irpef era almeno pari a circa 196 mila euro. Con le nuove disposizioni il reato di omessa dichiarazione scatta se si non si presenta una dichiarazione occultando circa 86 mila euro di imponibile. Così anche per la dichiarazione infedele: un contribuente con reddito dichiarato di 55 mila euro, prima commetteva un reato occultando un maggiore reddito di 241 mila euro, mentre ora lo stesso reato scatta se il maggiore reddito occultato supera 117 mila euro. Nel mix delle misure in questione una grande importanza riveste poi l'elevazione di un terzo dei termini di prescrizione dei reati tributari, che passano dagli attuali 7 anni e mezzo a 10 anni, dando maggiori garanzie che il procedimento penale possa giungere a conclusione. In caso di patteggiamento, inoltre, le pene potranno essere diminuite non più fino alla metà, ma fino ad un terzo, e il patteggiamento stesso potrà essere chiesto solo in caso di integrale pagamento dei debiti tributari.

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