Ricomincia il tormentone del passo indietro del Cav

Tanto tempo fa, quando eravamo ancora piccini, il Cav, fu invitato per la prima volta a fare un passo indietro. Da allora, un giorno sì e l'altro pure, viene ripetuto che egli deve fare un passo indietro. Anche oggi è stato dichiarato che un passo indietro lo deve fare. Si prevede inoltre che domani verrà un'altra volta invitato a farlo. Si prevede infine che verrà invitato a farlo molte altre volte ancora. Da tutti questi assidui, ripetuti, instancabili inviti a fare un passo indietro, e da tutti gli altri che immancabilmente seguiranno, risulta evidente, anche per il semplice profano, che sebbene il Cav quel passo non lo abbia ancora fatto, non per questo coloro che invece esigono che egli lo faccia la smetteranno di invitarlo a farlo. Questo è un momento importante nella nostra vita nazionale. Chi sappia scrutare e decifrare gli eventi con la necessaria chiaroveggenza non potrà certo sottrarsi al dovere di ammettere che è molto ragionevole supporre che le forze decise a invitare il Cav a fare un passo indietro, benché finora non siano ancora riuscite a convincerlo a farlo, non rinunceranno certo a continuare a invitarlo a farlo. Chi inoltre si accinga a riconsiderare il contenuto dei molti fieri dispacci che hanno finora comunicato ogni giorno che il Cav è stato ancora una volta invitato a fare un passo indietro non potrà non pervenire all'ovvia conclusione che anche domani il Cav, quando verrà invitato nuovamente a fare un passo indietro, quel passo non lo farà. Stando così le cose, sembra inevitabile concludere che il Cav, ostinandosi a rifiutarsi ancora una volta di fare quel passo indietro che è stato già infinite volte invitato a fare, intenda lasciarci intendere che intende continuare a non farlo. Perché tanta ostinazione? Vuole forse contestare, a quanti lo invitano a fare quel passo, il diritto di invitarlo a farlo? Render loro la vita amara dimostrando che invitandolo tutti i santi giorni a fare quel passo non riusciranno mai a farglielo fare? Frustrare il loro legittimo desiderio di farne loro uno avanti? Cerchiamo comunque di non abbandonarci all'euforia. Evitiamo soprattutto i toni di vanaglorioso trionfalismo. Limitiamoci insomma a prevedere che tutti coloro che da tempo immemorabile invitano il Cav ogni giorno a fare un passo indietro, come ben si addice a un'armata di galantuomini che non hanno mai smesso di onorare la virtù della tenacia, continueranno imperterriti a rivolgergli quell'invito. Si sappia infine che se domani verrà nuovamente annunciato che il Cav è stato ancora una volta invitato a fare un passo indietro, allora sì che potremo sperare che nei nostri cuori torni a scoppiettare la gioia, e l'immaginazione esulterà nel raffigurarsi come questo possa essere avvenuto, e spunteranno giorni sempre più allegri, e la speranza tornerà a ballare il minuetto non soltanto nelle piazze, ma anche nei nostri salotti, e persino nei nostri uffici, e di nuovo intorno a noi si farà luce. Bando dunque al disfattismo. Gli sviluppi dei prossimi giorni saranno decisivi e presumibilmente sfoceranno presto nell'annuncio che il Cav è stato di nuovo invitato a fare un passo indietro. Prepariamoci quindi a festeggiare un evento che passerà alla storia come il giorno in cui il Cav, essendo stato ancora una volta invitato a fare quel passo, ancora una volta non lo fece.