La visita di Berlusconi diventa un affare di Stato
Silvio Berlusconi non fugge. Né dai pm, né da Palazzo Chigi. Sono giorni che, più o meno ufficialmente, si parla di un exit strategy. Della possibilità che, a fronte dell'offerta di un «salvacondotto» che lo metta al riparo da un'offensiva giudiziaria, il presidente del Consiglio possa decidere di ritirarsi dalla scena politica. Niente di più falso. Almeno secondo il diretto interessato che dopo il messaggio di domenica ai Promotori della Libertà, interviene su Canale 5. Il premier non lascia spazio a interpretazioni: la trasferta di oggi a Bruxelles e Strasburgo non è un modo per evitare i pm che dovevano ascoltarlo nell'ambito dell'inchiesta su Tarantini e l'ipotesi di sue dimissioni prima del 2013 non è in agenda. «Ho ritenuto di andare a Bruxelles e Strasburgo - dice - per spiegare, carte alla mano, la manovra e l'assoluta volontà del Governo di raggiungere il pareggio di bilancio». Aggiungendo che è stato possibile fissare gli incontri «solo per martedì». E sull'inchiesta di Napoli ribadisce: «Non sono preoccupato. Volete che abbia timore di incontrare dei magistrati da testimone in un caso dove ho aiutato una famiglia in difficoltà? Non credo davvero che sia un reato aiutare chi ha bisogno». Quindi un affondo nei confronti dell'opposizione: «Grazie a loro e ai giornali di sinistra si è creata attenzione su questa manovra e si è indotto l'Ue a pensare che il governo volesse fare un passo indietro». Non c'è nulla di vero come non è vero che, dopo la sua approvazione, la manovra avrà bisogno di nuovi aggiustamenti. Ma mentre in Italia il Cavaliere si difende contrattaccando, la polemica si sposta in Europa. A scatenarla proprio gli incontri, fissati per oggi, con il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy, quello della Commissione Josè Manuel Barroso e quello del Parlamento Jerzy Buzek. Sia Van Rompuy che Buzek fanno sapere che la richiesta di Palazzo Chigi è arrivata negli ultimi 3/4 giorni e quindi non è stato facile inserire i faccia a faccia in agenda. Ma se l'entourage del presidente del Consiglio Ue lascia filtrare che è assolutamente normale che un bilaterale venga fissato con pochi giorni di anticipo, quello del Parlamento si mostra più freddo. Davanti al gruppo dei Verdi europei che lo contesta per la decisione di incontrare Berlusconi e al capogruppo dell'Idv Niccolò Rinaldi che chiede chiarimenti Buzek risponde: «Non c'è alcuna richiesta formale ufficiale per una visita del premier al Parlamento europeo. Lui sarà presente. Se ci sarà, è possibile che sia un incontro di cortesia di un paio di minuti. Questo non lo posso escludere». Parole che sembrano nascondere una vena polemica. Anche se Palazzo Chigi, in una nota, spiega che «Berlusconi sarà a Strasburgo nella sede per incontrare Jose Manuel Barroso. Nell'occasione, com'è tradizione per ogni capo di governo, porterà anche un saluto di cortesia al presidente dell'assemblea. Tutte le polemiche in materia sono assolutamente strumentali». Nel frattempo il gruppo dell'Alde chiede che il Cavaliere, così come ha fatto il presidente greco Papandreou si presenti davanti alla commissione economica del Parlamento per spiegare la manovra. Difficile che ciò accada. Anche se è indubbio che Berlusconi utilizzerà la giornata di oggi per mostrare a tutti la bontà della propria azione e ribadire che la sua esperienza alla guida dell'Italia è tutt'altro che conclusa.