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Bruxelles pensa a un'altra stangata

Montecitorio, la Camera dei deputati

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La manovra non è stata ancora approvata e Bruxelles già chiede all'Italia di essere pronta a farne un'altra qualora ve ne fosse bisogno. Questa ipotesi è contenuta nelle raccomandazioni all'Italia che la Ue ha formulato il 12 luglio scorso e che ora la Commissione europea riprende in un rapporto sullo stato dei conti dell'Unione. Oltre a nuove misure per il rientro del deficit si chiedono anche interventi per la crescita. In sostanza si invitano i Paesi sotto pressione dei mercati a fare più sforzi per raggiungere i loro obiettivi, altrimenti non riusciranno a scongiurare il rischio di nuovi aggiustamenti di bilancio. «Gli Stati membri sotto la pressione dei mercati devono continuare a lavorare sui loro obiettivi di consolidamento delle finanze e, se necessario, prendere ulteriori misure», si legge nel rapporto di Bruxelles. All'Italia si chiede di «essere pronta a prendere misure aggiuntive qualora le entrate derivanti dal fisco siano minori di quanto previsto e se vi fossero difficoltà a tagliare la spesa come stabilito». La Commissione ricorda come d'altra parte le stesse «autorità italiane hanno dimostrato enorme impegno a fare tutti i passi necessari per raggiungere gli obiettivi di riduzione di deficit e debito». Secondo la Ue, l'elevatissimo debito pubblico, al 120% del Pil nel 2011, rende inoltre prioritarie anche le misure strutturali per ridare slancio alla crescita. Ma le manovre di risanamento, in corso in molti Paesi dell'eurozona, hanno anche il loro rovescio della medaglia, ovvero «porteranno ad un lungo periodo di attività economica debole». Lo scenario non è destinato a migliorare, tanto che Bruxelles si dice «preoccupata» per il nervosismo che domina i mercati e la costante ascesa del debito che nella zona euro, nel 2012, raggiungerà la quota record dell'88,7% del Pil, un aumento di oltre 20 punti dal 2007, quando era al 66,3%. E ieri la manovra è arrivata nell'Aula della Camera dove è cominciata la discussione con pochissimi deputati presenti. L'iter dell'esame sarà stabilito oggi dalla conferenza dei capigruppo ma, vista la situazione, con ogni probabilità il governo dovrebbe porre la fiducia, il voto cadrebbe quindi domani e il voto finale sul provvedimento giovedì. Sulla blindatura del testo è convinto anche Roberto Calderoli che ha ricordato la «valutazione positiva data dall'Europa». E gli sforzi dell'Italia, ha aggiunto, sono stati a suo giudizio superiori a quelli di Spagna e Grecia. Ben altra musica dall'opposizione e dai sindacati, ma anche i giovani di Confindustria hanno reso pubblica una lettera inviata l'8 settembre al presidente Napolitano dove esprimono il loro «disagio» nel vedere un Paese «incapace di affrontare il presente e costruire il futuro», guidato da una politica «non attenta alla crescita».

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