Ricatto al premier, interrogato Ghedini I pm a Berlusconi: scelga una data
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, tramite il suo difensore napoletano, Michele Cerabona, ha presentato un memoriale nel quale ricostruisce le somme di denaro versate a Giampaolo Tarantini e sulle quali sono in corso le indagini della Procura di Napoli su un presunto ricatto di cui sarebbe stato vittima lo stesso premier. Una memoria che la procura, come sottolineato già nei giorni scorsi, non reputa sufficiente in quanto i magistrati ritengono che il premier debba chiarire anche altri aspetti. "È un documento coperto dal segreto di indagine e riteniamo che non sia opportuno divulgarne né la versione estesa né un contenuto sintetico", fa sapere Cerabona, sottolinenando che il premier ha sembre ammesso di aver dato soldi alla famiglia Tarantini per far fronte alle loro difficoltà economiche. Berlusconi doveva essere ascoltato oggi dai pm in qualità di parte lesa, ma l'appuntamento è saltato a causa del suo viaggio a Bruxelles e a Strasburgo, dove ha incontrato i vertici dell'Unione europea. I pm però sono determinati a vederlo presto e minacciano addirittura un "accompagnamento coatto" se non si presenterà. L'ipotesi, comunque, sottolineano in procura, è "remota" e comunque dovrebbe essere avallata dal parere positivo della Camera. La procura sta valutando una serie di date da sottoporgli. Sarebbero quattro, secondo quanto si è appreso da fonti giudiziarie: le disponibilità indicate vanno da giovedì 15 settembre a domenica 18, dalle ore 8 alle ore 20. Ma anche su questo non ci sono certezze: "Non mi risulta che sia stata comunicata alcuna data, quando arriverà la convocazione discuteremo sulle possibilità. Non sappiamo nemmeno se l'interrogatorio possa essere a Roma o a Napoli", ha fatto sapere Cerabona. L'accompagnamento coatto "è un'ipotesi prevista dal codice per tutti i testimoni; i deputati, ovviamente, hanno le loro garanzie, cioè questa eventualità deve essere autorizzata dalla Camera di appartenenza", ha detto il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore in un breve colloquio con i giornalisti. "A Berlusconi - ha aggiunto - abbiamo inviato un atto di citazione a comparire come persona informata dei fatti. Abbiamo indicato le date per un altro incontro. Se anche in questo caso non dovesse essere disponibile o gli forniremo ulteriori date, o valuteremo in quel momento". L'atto di citazione, ha detto ancora Lepore, era stato approntato prima che fosse depositata in procura la memoria di Berlusconi. "Abbiamo tempi ristretti per le attività di indagine - ha sottolineato il procuratore aggiunto Francesco Greco - la memoria non è sufficiente a chiarire i punti in sospeso". La nota presentata questa mattina, tuttavia, ha aggiunto Lepore, "sarà depositata al Riesame perchè potrebbe essere utile alla difesa degli indagati, in particolare di Valter Lavitola". "Nessun appuntamento è stato ancora fissato e certo non possiamo fare accompagnare in maniera coatta il premier. Possiamo solo rivolgerci al Parlamento", ha detto in seguito Giovandomenico Lepore, che sul viaggio di oggi di Silvio Berlusconi a Bruxelles, che ha comportato un legittimo impedimento all'incontro coi magistrati di Napoli per l'inchiesta che coinvolge Gianpaolo Tarantini, il procuratore capo ha commentato: "Non credo che il premier stia fuggendo dai magistrati, comunque non si è presentato. Cercheremo un'altra data nei prossimi giorni. Sui motivi che hanno indotto il presidente ad andare a Bruxelles non possiamo fare valutazioni, se non quella formale. Se anche avessi un dubbio che è un viaggio di comodo, quel dubbio rimarrebbe in me, non lo potrei esternare". Lepore ha respinto il sospetto di volere fare una "trappola" al premier, convocandolo come parte lesa ma col rischio di tramutare la sua posizione in indagato, come si legge su qualche giornale. Però non ha escluso l'eventualità: "Berlusconi è parte lesa, non indagato. Naturalmente se lui desse una versione che contrasta con alcuni elementi obiettivi che abbiamo a disposizione, allora bisogna che una delle due posizioni prevalga sull'altra. Quindi naturalmente c'è questa possibilità, ma fino a un certo punto". Infine, un commento sulla competenza territoriale: "Siamo stati noi i primi a sollevare la questione. Nella richiesta fatta al gip non escludevamo che la competenza fosse di altri. Il gip ha vagliato e ha riconosciuto che allo stato attuale siamo competenti noi. Ora la difesa ha fatto altre eccezioni e gli organi giudiziari vaglieranno la loro richiesta". Ghedini dai pm di Napoli: l'avvocato di Silvio Berlusconi e parlamentare del Pdl è stato interrogato questa sera a Roma dai magistrati che indagano sul presunto ricatto ai danni del presidente del Consiglio. Ghedini è stato ascoltato in qualità di persona informata dei fatti dai sostituti Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry Jhon Woodcock. Il parlamentare-avvocato è stato sentito dai magistrati con l'obiettivo di approfondire la circostanza - riferita anche da Tarantini nell'interrogatorio di garanzia - secondo cui Ghedini sarebbe stato a conoscenza dei soldi che Berlusconi elargiva a Gianpi tramite Lavitola. "La persona in assoluto più vicina al presidente del Consiglio - ha messo a verbale Tarantini - è l'onorevole Ghedini. Quindi credo che quando Berlusconi faccia determinati conti o cose, Ghedini sappia". "Supposizioni" le ha definite Ghedini nei giorni scorsi, ribadendolo - secondo quanto si è appreso - anche oggi ai magistrati. «Non mi sono mai occupato della contabilità personale del presidente Berlusconi" ha detto ancora il legale sottolineando che, in ogni caso "è fisiologico che un avvocato penalista possa essere avvisato dal proprio cliente di una richiesta estorsiva. Così non è stato. Ma anche se tale notizia mi fosse stata comunicata, nulla di illecito o di deontologicamente scorretto potrebbe prospettarsi".