L'Italia boccia il bilancio Ue
Nove paesi fra i quali anche l'Italia "bocciano" il bilancio pluriennale dell'Unione europea proposto dalla Commissione per il periodo 2014-2020. Secondo i Paesi che hanno aderito all'iniziativa, la proposta di Bruxelles "è troppo alta" in un momento in cui tutti gli Stati europei "stanno facendo sforzi finanziari considerevoli". L'opposizione al bilancio Ue verrà presentata in occasione del consiglio affari generali, come ha anticipato al suo arrivo a Bruxelles il sottosegretario agli esteri, Alfredo Mantica. La proposta è troppo elevata,è questo il motivo della contestazione: l'innalzamento delle spese - dicono i Paesi contrari - è eccessivo rispetto a quel che si richiede per una stabilizzazione del bilancio europeo". Gli Stati coinvolti sono soprattutto i contribuenti netti (ovvero che ricevono meno di quanto danno), dunque i più interessati a una limitazione delle spese. La Commissione ha proposto un tetto di spesa pari all'1,05% del Pil europeo, ma ha anche previsto una spesa fuori bilancio di 58 miliardi di euro per progetti fondamentali come gli aiuti allo sviluppo, i progetti scientifici Iter e Galileo e altri fondi straordinari di aiuto o anti-crisi: in tutto dunque circa l'1,11% del Pil, il 5% in più rispetto all'esercizio precedente. Otto Paesi contestano la proposta: oltre all'Italia, l'Austria, la Germania, la Finlandia, la Francia, i Paesi Bassi, la Svezia e il Regno Unito. "La spesa pubblica europea - si legge nel documento informale circolato stamattina a Bruxelles - non può essere esentata dai considerevoli sforzi nazionali" richiesti negli ultimi mesi per far fronte alla crisi economica. Secondo gli otto paesi, ai quali potrebbe aggiungersi anche la Danimarca, "la spesa totale per il periodo 2014-2020deve essere sostanzialmente più bassa" per evitare di aumentare i contributi nazionali al bilancio Ue. "Dobbiamo fare l'uso migliore del bilancio europeo per creare migliori condizioni per la crescita e rendere l'Europa più competitiva - conclude la proposta degli otto - è necessario spendere meglio, non spendere di più". La riduzione tra i 50 e i 100miliardi di euro: è quanto si raccoglie nei corridoi del palazzo Justus Lipsius, dove è in corso il consiglio Ue degli affari generali. "Non sono state indicate cifre", ha precisato il sottosegretario degli esteri Alfredo Mantica. «Ma se facciamo una battaglia, su un bilancio pluriennale di 1.083 miliardi (1025 più 58 miliardi fuori budget, ndr) la conclusione non potrà essere un arrotondamento a 1.080». In dicembre, l'Italia non aveva firmato la lettera con cui Gran Bretagna, Francia e Germania volevano chiedere il congelamento del bilancio Ue fino al 2020, in quanto erano stati accolti alcuni suoi emendamentì destinati a sottolineare la necessità di dare maggiore attenzione alla qualità della spesa e non solo alla quantità. «C'è stata un'evoluzione», ha indicato oggi Mantica. «Direi che c'è una maturazione anche da parte degli altri. L'idea di questo gruppo di nove infatti è anche di allargarsi ad altri. La posizione dell'Italia guarda più ai saldi, ai suoi 5 miliardi di contribuzione netta, che vogliamo assolutamente ridurre», ha spiegato. «Ma abbiamo detto chiaramente che la nostra partecipazione al gruppo informale non significa che noi condividiamo tutto con tutti gli altri», ha precisato Mantica, citando tra l'altro il controverso '"rebatE" (sconto) britannico sul quale l'Italia ha una posizione critica. «Deve essere chiaro che nella discussione non saremo assolutamente allineati con gli altri laddove i nostri interessi nazionali saranno confliggenti con la visione di altri. Sulla Pac (politica agricola) saremo probabilmente più d'accordo con la Francia che con la Gran Bretagna», ha esemplificato.