Indignati in marcia contro la manovra
Hanno montato delle tende da campeggio e si sono accampati sul prato di piazza San Giovanni a Roma per dire a tutti, ma soprattutto al governo: "Guardate come ci avete ridotto!". A manifestare oggi per le strade della Capitale sono state alcune centinaia di persone chiamate all'appello da Indignati e Popolo Viola. Si sono dati appuntamento nel primo pomeriggio in piazza della Repubblica e poi sono partiti in corteo, dietro lo striscione "Non siamo merce di politici e banchieri", per dire no alla manovra del governo Berlusconi. Una protesta che loro stessi definiscono l'ultima chance per opporsi a scelte e provvedimenti che "non aiutano ad uscire dalla crisi" e non risolvono gravi problemi del Paese: "Dalla casta ai costi della politica, dall'evasione fiscale alla corruzione". Al grido di "Facciamo piazza pulita" gli indignados italiani hanno occupato gli spazi davanti piazza San Giovanni: "L'accampata - ha spiegato Chiara del movimento Indignati di Roma - è un modo per dire che viviamo una situazione tremenda dal punto di vista del precariato. Che non è solo dal punto di vista economico ma anche esistenziale. Scendere in piazza con le tende significa dire no agli affitti cari, al lavoro che non c'è e a quello che quando c'è è all'insegna dello sfruttamento. Le tende sono il simbolo del precariato di oggi". Tra i cartelli portati in piazza dai manifestanti "Non violenti, apartitici e indignati. Lasciateci sognare non vogliamo più dormire", "Facciamo piazza pulita" con sotto disegnata una bomboletta spray che spruzza contro degli insetti con i volti di Berlusconi e Tremonti, e "O noi o loro! Piazza pulita"; tra le file del corteo hanno sfilato anche mamme e papà con figli disabili portando lo striscione "I soldi per i disabili "veri" prendeteli dai vostri privilegi" e operai, lavoratori dello spettacolo e precari della scuola che hanno indossato magliette nere con su scritto "L'isola dei cassaintegrati. L'unico reality real di questo paese". Una volta accampati, è stato lo slogan "No passerelle, parola alla gente" a dare il via all'assemblea pubblica: seduti in cerchio sul prato, senza palco e tra le tende verdi e blu montate davanti la basilica di San Giovanni in Laterano, Indignati, Viola e cittadini hanno discusso di crisi, precariato ma soprattutto del loro futuro che sperano sia "slegato dalle logiche di sfruttamento e precariato" e "non più in mano alla classe politica ormai indegna di rappresentare i cittadini". Presenti anche alcuni Indignados della Spagna volati oggi nella Capitale per partecipare alla due giorni di mobilitazione: "Ci sono tante forme per uscire dalla crisi ma manca la volontà politica per farlo" ha detto l'ispanico Mario di 26 anni. Maglietta rossa con maniche tirate su, pantaloncini grigi e sandali ai piedi, Mario, che ha vissuto quel che è successo nelle piazze spagnole in questi mesi, ha commentato anche la situazione in Italia: "In Spagna non è stata solo una questione dei giovani. A protestare sono stati in tanti, dai lavoratori agli studenti, dagli anziani a noi giovani. Forse qui in Italia la reazione non è stata tanto forte perché non c'è molta libertà di stampa e soprattutto dei media che seguono fenomeni di protesta come questi".