«Abbiamo salvato i nostri conti
Abbiamosalvato i risparmi dei cittadini italiani, abbiamo salvato l'Italia». Silvio Berlusconi approfitta del decennale della tragedia dell'11 settembre per inviare, dopo la lettera al presidente americano Barack Obama, un messaggio ai Promotori della Libertà. La sua è anzitutto un'analisi di ciò che è accaduto in questi dieci anni. Dall'alleanza rafforzata tra l'Italia e gli Stati Uniti (anche attraverso l'invio di truppe italiane in Iraq, Afghanistan e Libia), alla guerra al terrorismo che, dice il premier, «dopo 10 anni non è ancora conclusa», anche se «ha raggiunto risultati che sono certamente positivi». «Non è finita - prosegue - perché il terrorismo, dopo gli Stati Uniti, ha ferito in seguito molte altre grandi città del mondo. Non è finita perché purtroppo le vittime si contano anche tra i nostri militari, che ogni giorno sanno di rischiare la vita per la nostra sicurezza e per la democrazia di quei popoli». In ogni caso, aggiunge Berlusconi, «la guerra al terrorismo, ne siamo assolutamente certi, finirà con la vittoria del bene sul male». Anche perché ormai «Al Qaeda rappresenta il passato, mentre i pacifici protagonisti della primavera araba sono il futuro». È a questo punto che il presidente del Consiglio coglie l'occasione per affrontare il tema della crisi economica. «Insieme al terrorismo - esordisce - è stata il dato preminente, saliente di questo decennio. Il nostro governo ha dimostrato con i fatti di sapere fare fronte con successo ad entrambi». «Con la manovra approvata nei giorni scorsi - prosegue -, abbiamo posto le premesse perché l'Italia raggiunga il pareggio di bilancio entro il 2013. Vale a dire che lo raggiungerà per la prima volta nella storia a partire dal 1876, quando lo raggiunse ad opera del governo di Marco Minghetti. È un dato che ci fa capire come l'Italia abbia vissuto per troppo tempo al di sopra delle proprie risorse». La colpa, sottolinea il Cavaliere, è ovviamente «dell'enorme debito accumulato negli anni del consociativismo catto-comunista». Da qui la manovra d'agosto su cui il premier mette sicuramente la faccia (soprattutto dopo le ultime correzioni), ma che comunque, ricorda, «ci è stata chiesta dall'Europa, dalla Bce, ci è stata imposta in tempi molto stretti dai mercati». Berlusconi difende le misure introdotte, frutto del lavoro che il governo ha fatto per «rendere la manovra più equa possibile, sia pure con il necessario rigore». Su tutte l'aumento di un punto percentuale dell'Iva, che «non colpisce i beni di prima necessità», e il contributo di solidarietà del 3% ma solo «ai contribuenti più facoltosi sopra i 300mila euro» e «fino a quando non avremo raggiunto il pareggio di bilancio». Un intervento che, spiega, «è l'unica eccezione al principio che ho sempre rispettato di non mettere le mani nelle tasche degli italiani». Infine il capitolo dei costi della politica che verranno ridotti attraverso varie misure («su tutte ricordo l'abolizione della province»). A questo punto il presidente del Consiglio passa la palla ai suoi sostenitori: «Abbiamo salvato l'Italia. Dovete spiegarlo a tutti. Forse non basterà quello che abbiamo fatto e quello che voi farete a riequilibrare le infinite falsità che vengono scritte in questi giorni, anche su di me come persona, ma io credo che di certo sarà una missione positiva, una missione di verità». Insomma Berlusconi mostra una certa sicurezza. Dopotutto negli ultimi tempi i suoi rapporti con il Quirinale e con il governatore di Bankitalia Mario Draghi, che molti considerano come i veri «autori» della manovra, si sono notevolmente rafforzati. All'orizzonte non sembrano profilarsi terremoti in grado di abbattere la maggioranza. Giusto quindi, dopo il silenzio estivo, uscire allo scoperto. E stamattina si replica: il premier sarà ospite de La telefonata di Belpietro.