Tremonti prepara il tagliando per "l'auto" della crescita
Giorgio Napolitano chiama, Giulio Tremonti risponde. Archiviato l'iter della manovra, che a meno di sorprese dell'ultimo minuto dovrebbe essere approvata senza modifiche dalla Camera entro mercoledì, il ministro dell'Economia raccoglie l'appello del Capo dello Stato e indica il prossimo passo: la crescita. Secondo Tremonti non bisognerà aspettare molto per affrontare il capitolo su cui Napolitano ha puntato i riflettori venerdì. «La prossima settimana - spiega a margine del vertice G7-G8 di Marsiglia -, dopo aver in questa affrontato il pareggio di bilancio, faremo un tagliando all'economia e ai provvedimenti per la crescita. La strada è il pareggio di bilancio e l'automobile è la crescita». Insomma per il numero uno di via XX Settembre è giusto preoccuparsene anche se, fino ad oggi, il governo non è certo stato con le mani in mano: «L'auto, che è la crescita, deve avere un motore buono, la benzina, i pezzi di ricambio e nessun ostacolo. La prossima settimana dobbiamo fargli il tagliando. La benzina c'è ma dobbiamo fare il tagliando alle misure già varate sullo sviluppo, ne abbiamo fatte oltre 40, ora dobbiamo capire se sono conosciute, comunicarle meglio e capire se funzionano. Se ci sarà qualcosa da cambiare lo faremo e, se necessario, ne aggiungeremo altre. Ne ho parlato con il vicedirettore generale della Banca d'Italia Ignazio Visco, ne parlerò con l'Ocse e con la Commissione europea, che si sono mostrate interessatissime». Il ministro si concentra quindi sull'analisi di ciò che sta accadendo nel mondo. E rispolvera due vecchi cavalli di battaglia. Anzitutto il «salvataggio» dei gruppi bancari: «È stato un errore enorme da parte di alcuni paesi salvare le banche sistemiche senza riformarle separando le attività di banca da quelle più finanziarie. Si doveva prima definire una regola internazionale per limitare il debito e poi agire sul capitale delle banche mentre invece si è fatto il contrario». Poi parla delle modalità di gestione della crisi che dura ormai da 4 anni: «È stata gestita ma non superata e molti paesi cominciano ora a capire che sono stati fatti molti errori. Se ne è parlato come se fosse un ciclo economico e non un cambiamento epocale». «Quando a Parigi presero d'assalto la Bastiglia - ricorda - il re Luigi XVI chiese se fosse una rivolta, gli risposero che era la rivoluzione. Lui non capì e gli tagliarono la testa. Anche i termini usati come exit strategy, recovery o stimulus sono da ciclo economico». Con Tremonti si schiera subito il presidente del Senato Renato Schifani («Ho letto alcune sue dichiarazioni sulla crescita e sono d'accordo»), che poi rivolge un appello bipartisan per lo sviluppo del Paese «che ha bisogno di un'iniezione per la crescita economica. E questa è una responsabilità del Parlamento e del governo che dovrebbe formulare nuove proposte». Contro, invece, l'Idv che con il proprio responsabile Welfare e Lavoro, Maurizio Zipponi, attacca: «Oltre al tagliando la macchina Italia deve cambiare motore e pilota al più presto per raggiungere la meta degli obiettivi economici. In altre parole, il Paese ha bisogno di un nuovo governo per uscire fuori dalla crisi. Per rilanciare la crescita sono necessarie misure completamente diverse da quelle messe in campo dal governo».