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Si al pareggio in Costituzione

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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Via libera del governo al disegno di legge che inserirà nella Costituzione il pareggio di bilancio, cioè il principio secondo cui «la Repubblica, in conformità ai vincoli economici e finanziari che derivano dall'appartenenza all'Unione Europea, persegue l'equilibrio dei bilanci e il contenimento del debito delle pubbliche amministrazioni, anche assicurando le verifiche a consuntivo e le eventuali misure a correzione».  Un comma che integrerà l'articolo 53 della Costituzione, che prevede che tutti siano «tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva» e che «il sistema tributario è informato a criteri di progressività». Il pareggio di bilancio, ribadisce il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, «sarà introdotto nella Parte Prima della Costituzione su Diritti e Doveri dei cittadini». Di conseguenza «non sarà solo un criterio contabile ma un principio ad altissima intensità politica e civile. Il testo del governo, allineato allo standard europeo, troverà in Parlamento altri importanti testi di riforma. Una discussione costruttiva e rapida in Parlamento - aggiunge - è nell'interesse del Paese». Si tratta di «un segnale forte al Paese, all'Europa, ai mercati - spiega il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo - Una misura di responsabilità e di rigore per il bene del Paese». Insieme con l'altro ddl approvato, quello che abolisce le Province, sono «scelte incisive di un governo serio che affronta con coerenza e determinazione una fase delicata dalla quale l'Italia può e deve uscire con energia per innescare una duratura ripresa». Soddisfatto anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che si spinge oltre: «Il governo vuole promuovere anche il dimezzamento dei parlamentari ed è possibile che ci sarà un intreccio» con i disegni di legge sulla soppressione delle Province e sul pareggio di bilancio in Costituzione. «Vedremo poi l'iter alle Camere» precisa. Ma non è tutto. Le cose si muovono anche in Parlamento. È stata presentata due giorni fa una proposta di legge che prevede non solo il vincolo del pareggio di bilancio nella Costituzione ma anche la previsione di un limite alla spesa pubblica pari al 45% del Pil. Il primo firmatario è Antonio Martino. L'hanno sottoscritta 25 deputati del Pdl tra cui Giuseppe Moles, Deborah Bergamini, Santo Versace, Giorgio Stracquadanio, Giuliano Cazzola, Jole Santelli, Isabella Bertolini, Mariarosaria Rossi, Raffaello Vignali. «Abbiamo ritenuto importante sottoscrivere questa proposta di legge - ha spiegato Moles - per dare un ulteriore contributo al risanamento del bilancio dello Stato e soprattutto per sottolineare la necessità della razionalizzazione e limitazione della spesa pubblica che oggi è giunta al livello elevatissimo del 52%». Sempre a prima firma Martino, lo scorso 21 luglio è stato presentato alla Camera un provvedimento (n. 4539) che prevede lo spacchettamento del ministero dell'Economia in due, Finanze e Tesoro, e che punta a riportare la sintesi della politica di bilancio nelle mani del presidente del Consiglio. La proposta è già stata firmata dai parlamentari di Forza del Sud ma anche da esponenti del Pdl come Moles, Bonciani, Bergamini e Mazzucca. Ma, viene riferito, potrebbero aggiungersi le sottoscrizioni di alcuni dei parlamentari firmatari del ddl sul pareggio di bilancio. «Sono uno dei firmatari della proposta di spacchettamento - ha sottolineato Moles - perché ritengo sia necessario che torni il confronto tra ministero dei conti e del bilancio e quello che gestisce lo sviluppo, negativamente fusi dalla legge Bassanini, e soprattutto che si consenta al presidente del Consiglio il controllo, la sintesi e la gestione dell'intera politica economica». Il pareggio di bilancio non piace all'opposizione. «È un obiettivo politico meritevole, ma fissarlo quale vincolo in una norma costituzionale, per sua natura rigida, contrasta con il grado di libertà di cui si nutre la politica economica e la politica tout court» spiega Franco Monaco (Pd). Ancora più netto il leader di Sel, Nichi Vendola: «La norma per inserire il pareggio di bilancio nella Costituzione è semplicemente demenziale». Il governatore della Puglia ha ricordato anche che «Helmut Kohl non avrebbe potuto costruire la grande Germania se nella Costituzione ci fosse stata un norma del genere». Piuttosto, secondo Vendola, nella Carta dovrebbe essere inserito «il diritto al reddito o alla piena occupazione».

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