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Comprarsi una casa a Berlino per non bruciare i risparmi

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Ela base giuridica per sbattere fuori dalla porta o accompagnarsi da soli alla porta dell'euro oggi non c'è. Per crearla ci vuole un emendamento ai Testi Istitutivi dell'Unione e di quella cooperazione rafforzata anomala che è l'euro. Per farlo va convocata una Conferenza Intergovernativa o trovare altra strada all'interno dei limiti posti dai Trattati stessi. Tale testo andrebbe sottoposto a referendum popolare in molti Paesi membri. Un trafila politicamente insostenibile, per questo Angela Merkel proclama la natura non divina e immutabile dei Trattati. Eppure la prima, e soprattutto la seconda ondata della crisi, hanno dimostrato che la realtà può superare la fantasia. E l'impossibile può trasformarsi in probabile. Anche perché espellere la Grecia significherebbe ammettere che i piani di salvataggio definiti dal marzo del 2010 a oggi non hanno funzionato. Quindi non funzioneranno nemmeno quelli di Portogallo e Irlanda, che sarebbero conseguentemente anch'essi insolventi. I panzer tedeschi non sanno ancora che direzione prendere, di certo faranno di tutto per salvare l'euro ma non arriveranno mai a sacrificare il proprio Paese per salvare quelli periferici. Quindi meglio farsi un'assicurazione preventiva. Come? Delocalizzando i risparmi (depositandoli legalmente fuori dall'Italia) ma anche gli investimenti immobiliari. In Italia c'è chi ci sta già pensando. Il 21 ottobre con un volo Easyjet da Malpensa, una cinquantina di persone partirà alla volta di Berlino. Due blogger economici (Paolo Barrai di «Mercato Libero» e Stefano Bassi del «Grande Bluff») hanno infatti organizzato un progetto battezzato Operazione Valchiria che ha già raccolto più di cinquanta adesioni: in sostanza hanno creato un gruppo di acquisto che dal 21 al 23 ottobre si metterà a caccia di occasioni di delocalizzazione immobiliare nella capitale tedesca. Gli investimenti sono compresi fra gli 80 mila e il milione di euro. E a chi partecipa sono state fatte alcune premesse molto chiare: comprare casa nella capitale tedesca non va considerato un affarone come lo è stato comprare casa a Praga subito dopo il crollo del muro di Berlino o come lo è stato comprare casa in Italia nel 1999 prima che i prezzi si convertissero del tutto in euro. Scommettere sul mattone berlinese è prima di tutto una mossa difensiva e conservativa con pochi rischi visto che i prezzi rimangono bassissimi rispetto alle altre Capitali europee e con una discreta potenzialità di guadagno visto che i razionali crucchi non trattano l'asset immobiliare come una bolla di sapone irlandese o spagnola. Insomma, il progetto Valchiria di Barrai e Bassi offre una sorta di alternativa al bund o all'Oro Fisico. Nonché un'assicurazione in caso di sfaldamento dell'Euro come oggi lo conosciamo. È anche un'«opzione call» sul New-Marco che potrebbe rivalutarsi del 30-40% rispetto all'euro attuale: l'Euro muore? In caso di vendita, l'appartamento berlinese verrà pagato in euro1 o in nuovi marchi, anche se l'eventuale plusvalenza verrà tassata. Ed è anche un'«opzione put» sulla New-Lira che potrebbe svalutarsi del -30% -40% rispetto all'euro attuale. Non solo. L'investimento per un monolocale-bilocale da 50-70 metri quadrati a Berlino è veramente economico: tra i 70 mila e i 100 mila euro, più o meno il prezzo di un box auto a Milano. Dopo aver comprato l'immobile, si potrà inoltre metterlo a rendita avvalendosi di un professionista locale e affittarlo a prezzi interessanti visto che in Germania il mercato delle locazioni tira ancora perché i tedeschi non hanno il chiodo fisso della casa di proprietà come noi italiani. Berlino è una città Universitaria Internazionale, è la Capitale della maggiore potenza economica dell'Eurozona e sarà la prossima capitale d'Europa. Ottima, come polizza-salvadanaio. Cam. Con.

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