Borse in caduta libera. Bruciati 157 miliardi
Ormai rischia di non essere più una notizia. Perché nel giorno in cui Juergen Stark, componente tedesco del comitato esecutivo della Bce, rassegna le proprie dimissioni, i mercati registrano l'ennesimo crollo. Un venerdì nero per le Borse europee che bruciano 157 miliardi di euro di capitalizzazione in una giornata. Il tutto alla vigilia del G7 che dovrebbe trovare una strada per la ripresa economica mondiale. Che Stark fosse contrario all'acquisto di titoli di Stato di Paese membri come l'Italia e la Spagna era cosa nota. Ma le sue dimissioni, che evidenziano una spaccatura netta all'interno della Bce, hanno fatto crollare i listini del Vecchio Continente già piuttosto deboli. Con Milano ancora peggiore di giornata. La nuova seduta di passione di Piazza Affari, che ha ceduto quasi il 5%, si traduce in 15,6 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati. Ora per la Borsa di Milano la nuova barriera è quota 14mila per l'indice Ftse Mib, ai suoi minimi storici da quando è nato, cioè da fine marzo 2009. Tra scambi abbastanza elevati, 2,4 miliardi di euro di controvalore, sono state fortissime le vendite su tutti i titoli bancari: Unicredit, Banco Popolare e Intesa SanPaolo hanno ceduto oltre l'8%. Molto male anche Monte dei Paschi e Ubi (-6%) e pesanti cali per tutto il gruppo Fiat: il titolo Industrial e la società dell'auto hanno perso il 7%. Dal bagno di sangue si è salvata Edison, salita di quasi il 10% sulle ipotesi di un'operazione tra soci italiani e francesi che darebbe vita a un'Opa a prezzi molto superiori agli attuali. Alle dimissioni di Stark si sono innestate le indiscrezioni sulle idee del cancelliere tedesco Angela Merkel, che starebbe pensando a un progetto di sostegno alle banche in caso di «default» della Grecia, che quindi si starebbe facendo più concreto. Così lo spread dei titoli di Stato italiani rispetto ai tedeschi è schizzato fino a 370 punti, per poi chiudere sul mercato ufficiale a quota 363. Il differenziale della Spagna è a 338 punti, cioè 25 punti in meno dell'Italia. Ma le vendite non hanno evidentemente colpito solo mercati e titoli italiani. Con Wall Street molto debole, la Borsa di Madrid ha ceduto il 4,44%, Francoforte il 4,04%, Parigi il 3,60%. Londra ha cercato di contenere le perdite con i titoli dell'energia e delle materie prime, ma alla fine ha accusato un calo di oltre due punti percentuali. Si è salvata solo la Borsa di Atene, alla fine invariata, che scommette sul fatto che in una situazione come l'attuale nessuno si può permettere il tracollo dell'euro e quindi della Grecia. Le vendite in tutto il Vecchio continente, come in Piazza Affari, si sono accanite soprattutto sui titoli bancari (-5,25% l'indice Stoxx di settore) e sugli assicurativi (-4,79% medio). Male in particolare hanno chiuso Societè Generale, che ha ceduto il 10,58%, Barclays (-9,43%) e Commerzbank, in calo finale dell'8,69%.