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Berlusconi ai giovani del Pdl: "Uniti e al governo fino al 2013"

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

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"Lunga vita a voi e anche a me", saluta i giovani di Atreju Silvio Berlusconi che fa sapere, dopo un lunghissimo silenzio estivo, a chi lo vuole nell'angolo di non temere nessuno: né le inchieste, né i ricatti, né i governi tecnici ("mi fanno ridere") né "lo strapotere di una magistratura che da ordine dello Stato si è fatta potere indipendente da ogni controllo, cosa intollerabile, da combattere e cancellare". GOVERNO UNITO FINO AL 2013 Nulla spaventa il Cavaliere, che torna a dire di volere Gianni Letta al Quirinale e lo "straordinario" Angelino Alfano a Palazzo Chigi, ma poi subito rimescola le carte e spiega che si vedrà sulla sua ricandidatura, "una decisione da prendere a fine legislatura e in base a quello che in quel momento sarà necessario fare". "Io ho governato cinque anni - fa sapere a chi vuole un suo passo indietro il premier - e arriverò certo a fine legislatura, per fare la riforma della giustizia, della architettura dello Stato e del fisco". Ma poi con una vena di malinconia ammette che "in una situazione molto difficile" la sua non è che una speranza. "Lavoreremo nei prossimi 18 mesi, e abbiamo una maggioranza coesa, ma oggi possiamo sperare - non nasconde -, solo sperare e sottolineo il verbo, di portare avanti le riforme". NO AL GOVERNO TECNICO Comunque sia, di certo per il premier non sarà un governo tecnico a salvare le sorti del Paese. "Quando da fuori si sente di parlare di governi tecnici, a noi che siamo seduti sulla sedia di ministri viene da ridere - archivia l'ipotesi Berlusconi - perché anche il tecnico migliore del mondo non avrebbe l'autorevolezza personale che ho io, la capacità di tenere una squadra, l'autorevolezza politica che io ho da leader del partito principale e del governo. Non vedo quale tecnico, anche il migliore del mondo, arrivato lì avrebbe questa autorevolezza politica e questo talento nel rapporto con altri".  E tantomeno a guidare il governo potrà essere "un esponente della sinistra che abbiamo la sventura di trovarci di fronte, dove non c'è nessuno degno di diventare premier" e che sulla manovra ha avuto "un atteggiamento anti-italiano". IL NODO PENSIONI Invece, dopo il "do ut des e il braccio di ferro con la Lega" sulle pensioni, al netto del confronto con Giulio Tremonti ("invenzione assoluta gli attriti tra noi"), dopo i rilevi del Quirinale ("che dobbiamo sempre tenere presenti") e le richieste di Europa e Bce, il premier gonfia il petto d'orgoglio e dice che "è stato fatto ciò che si poteva per dare risposte, anche alla Bce, e nessuno avrebbe potuto fare di più, non c'è un tecnico al mondo che sarebbe stato capace di fare di meglio". E anche la fiducia "è stato un atto di coraggio" del governo. Nulla da recriminare, perciò. "Nulla che per il passato possa essere considerato un errore", anche se il premier dice di aver provato spesso "un senso di impotenza drammatico" e rivendica il diritto-dovere di cambiare la Costituzione, dare più poteri a chi è al governo e toglierli alle toghe rosse di Magistratura democratica, "che hanno usurpato la sovranità dei cittadini e del Parlamento". "STRAPOTERE DELLE TOGHE ROSSE" E di fronte al tam-tam su nuove intercettazioni sul suo privato, il premier si difende: "Non ho nulla da rimproverarmi, ho una grande considerazione di me stesso, sono una persona adamantina, generosa, rispettata e ho aiutato tutti, anche se dai giornali ciò non appare vero, ma sono tutte invenzioni. I bunga bunga sono una cosa innocentissima, io ho fatto 3 fioretti: non ballo, non bevo, non gioco. Qualche altra cosa che non considero un vizio mi è rimasta e spero mi rimanga negli anni...". Gli applausi scroscianti dei giovani pidiellini sollevano il Cavaliere e cresce la rabbia nelle sue parole: "Certe volte può venirti anche voglia di dirti di scappare, ma statene certi: io starò qui con voi, questo paese bisogna cambiarlo. Chi non ha mai detto che c'è una situazione di m...?". "Gli sfoghi ce li abbiamo tutti, ne abbiamo diritto - si difende Berlusconi - se parliamo al telefono di cose che per uno Stato e una Costituzione dovrebbero essere inviolabili. Ciò che dici dovrebbe essere rispettato e non sfornato sui giornali, perché non è un paese libero quello dove la privacy è violata". "Invece - affonda il Cavaliere - c'è lo strapotere della magistratura che da ordine dello Stato si è fatta potere estraneo ad ogni controllo esterno, cosa intollerabile e da cancellare".  

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