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La manovra c'è. Parola alla Bce

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Una panoramica dell'aula del Senato

Cdm: ok all'abolizione delle Province

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La manovra di correzione dei conti ha ottenuto ieri in serata il primo semaforo verde per diventare pienamente efficace. Ora la parola passa alla Banca Centrale Europea che, oggi, riunisce il suo direttivo per decidere la conferma o il cambio di linea sul programma di acquisto dei titoli di Stato italiani. Un argine alzato nel mese di agosto e che ha finora difeso il debito pubblico da attacchi speculativi distruttivi. Una ciambella di salvataggio che però Trichet potrebbe decidere di togliere. E lasciare a quel punto campo libero alle forze di mercato. Il provvedimento taglia deficit comunque c'è. Al Senato il governo ha incassato la fiducia sul maxiemendamento, che ne ha praticamente riscritto i contenuti, con 165 sì, 141 no e tre astenuti. Con il voto il Parlamento ha messo un primo paletto certo dopo un mese di indecisioni sulle misure da inserire nel decreto. L'ultima versione contiene norme che danno un gettito sicuro, come avevano chiesto il presidente della Repubblica Napolitano e la Commissione europea. Le opposizioni, pur contrarie, non hanno fatto ostruzionismo, come già avvenne con la manovra di luglio. Resta inevaso il capitolo della crescita, con il Fondo monetario internazionale che ha ieri ha tagliato le stime dell'Italia, portando l'aumento del Pil nel 2012 dallo 0,7% a un misero 0,5%. Uno scenario che renderebbe più difficile al nostro Paese abbassare il rapporto tra debito e Pil e che prefigurerebbe, stante le attuali condizioni, la necessità di altri provvedimenti correttivi già nella prima parte del prossimo anno. Il testo della manovra versione quattro passa ora alla Camera per la conversione del decreto in legge.  La nuova versione della manovra ne rafforza i saldi (più 4,3 miliardi) portando la correzione complessiva dei decreti estivi a 54,265 miliardi. Il tutto grazie a misure che danno un gettito non aleatorio come invece era quello derivante dalla lotta all'evasione. La norma di maggior impatto è l'aumento dell'aliquota Iva dal 20 al 21%, che nel maxiemendamento è accompagnata dall'innalzamento graduale dell'età pensionabile delle lavoratrici del settore privato e dal contributo di solidarietà per i redditi oltre i 300.000 euro. Misure con un gettito certo erano state sollecitate dal presidente Napolitano lunedì e martedì dalla commissione Europea attraverso il vicepresidente Antonio Tajani, dopo le parole del presidente della Bce, Jean Claude Trichet a Cernobbio, interpretate come il preludio alla decisione della Bce a non sostenere più i Bpt sul mercato. E proprio ieri Tajani ha detto che la manovra «va nella giusta direzione». Oggi intanto si aggiungerà un altro tassello alla strategia del governo per rimettere ordine nei conti pubblici. Al consiglio dei ministri convocato stamattina alle 8,30 dovrebbe approvare un disegno di legge costituzionale per l'introduzione del principio del pareggio di bilancio nella carta costituzionale e l'abolizione delle Province. Secondo indiscrezioni, le Province sparirebbero per lasciare posto alle città metropolitane e alle unioni di comuni, enti intermedi il cui funzionamento dovrebbe essere regolato dalle Regioni.

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